L'Europa ci riscrive per farci la predica e commissariarci un po'
Nuova missiva da Bruxelles preoccupata per i conti del Paese, con il benestare di Gentiloni
Non si dorme sugli allori: l’Italia deve attuare le riforme, a partire da quelle previste nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, e quindi fisco, catasto, lavoro e concorrenza, ma deve anche tagliare la spesa, già nel 2023, e avviare la riduzione del debito e del deficit in modo graduale e credibile. Lo prevedono le raccomandazioni 2022-2023 della Commissione europea, in base alle quali l'Italia figura ancora come uno dei Paesi "vulnerabili", con squilibri macroeconomici eccessivi anche a causa della bassa produttività e dell'alto debito che rischia di limitare la crescita.
Non sono comunque in vista procedure d'infrazione per l'eccessivo deficit a causa dell'attivazione, anche per il 2023, della clausola di salvaguardia generale, ma comunque sono previste una valutazione in autunno e un'altra in primavera sui parametri dei conti. Come ha precisato il vicepresidente dell’esecutivo di Bruxelles, Valdis Dombrovskis, “l'estensione dell'attivazione della clausola non sospende il Patto di stabilità e crescita: quindi non significa ‘libertà per tutti’". E per il commissario all’Economia Paolo Gentiloni "la clausola è la stessa ma il contesto è diverso: passiamo da un sostegno universale e generalizzato a uno più selettivo e mirato”.
In dettaglio, la Commissione ha raccomandato all'Italia di "adottare e attuare opportunamente la legge delega sulla riforma fiscale, in particolare attraverso la revisione delle aliquote marginali d'imposta", allo scopo di "ridurre ulteriormente le tasse sul lavoro e aumentare l'efficienza del sistema”. Tra le misure da adottare, oltre all’allineamento dei “valori catastali ai valori correnti di mercato", Bruxelles ha segnalato "la razionalizzazione e la riduzione delle agevolazioni fiscali, anche per l'Iva, e le sovvenzioni dannose per l'ambiente garantendo equità e riducendo la complessità del codice tributario”. Inoltre, l’esecutivo comunitario ha raccomandato al nostro Paese di "perseguire una politica di bilancio volta a conseguire posizioni di bilancio prudenti a medio termine e a garantire una riduzione credibile e graduale del debito e la sostenibilità di bilancio a medio termine attraverso il consolidamento graduale, gli investimenti e le riforme".
La riforma del sistema fiscale e quella del catasto non sono però precondizioni per percepire le risorse del Recovery fund: lo hanno precisato fonti Ue, sottolineando che i pagamenti delle rate del Recovery sono "strettamente legati" agli obiettivi specifici delineati nel Pnrr. Le stesse fonti hanno ricordato come la Grecia abbia allineato i valori catastali al mercato senza aumentare le entrate complessive: al contrario le aliquote sono state abbassate. "La Commissione non ha nessuna intenzione di massacrare nessuno di tasse", ha sottolineato Gentiloni, secondo cui "rispondere positivamente a queste raccomandazioni è la base dei Piani nazionali di ripresa e resilienza: in altri termini il Pnrr si basa sugli obiettivi che ciascun Paese vuole proporsi, ma anche sul rispetto delle raccomandazioni europee. Questo è quello che l'Italia ha deciso due anni fa e non c'è niente di nuovo”.
La Commissione europea ha quindi suggerito a Roma di "procedere all'attuazione del suo Piano di ripresa e resilienza, in linea con le tappe e gli obiettivi fissati" e di "concludere rapidamente i negoziati con la Commissione dei documenti di programmazione della politica di coesione 2021-2027 per avviarne l'attuazione". Non manca una raccomandazione sul tema delle politiche energetiche: nella lettera c’è l’invito all’Italia a "ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e diversificare le importazioni di energia ".
Per Bruxelles “l’Italia sta vivendo squilibri eccessivi. Le vulnerabilità riguardano l'elevato debito pubblico e la debole crescita della produttività, in un contesto di fragilità del mercato del lavoro e alcune debolezze dei mercati finanziari, che hanno rilevanza transfrontaliera". In questo contesto il Pnrr "sta affrontando le vulnerabilità, anche stimolando la competitività e la produttività. Tuttavia, l'effetto di crescita degli investimenti e delle riforme richiederà probabilmente del tempo per svilupparsi e dipende in modo cruciale da un'attuazione rapida e sana". Sul fronte dei conti pubblici, “in Italia "il rapporto tra debito pubblico e Pil ha iniziato a diminuire nel 2021 e si prevede un ulteriore declino, ma rimane un rischio per la sostenibilità fiscale, il settore finanziario e la crescita economica", rileva la Commissione Ue.
Tra le note dolenti segnalate nella lettera c’è poi l’andamento del tasso di povertà ed esclusione sociale, che nonostante i miglioramenti nel 2020 era ancora al di sopra della media dell'Ue (24,9% contro il 21,6% nell'Ue). "Secondo i dati nazionali, la povertà misurata in termini assoluti e' aumentata nel 2020", ricorda la Commissione. Inoltre, nel nostro Paese “la percentuale di abbandoni prematuri dell'istruzione e della formazione rimane ben al di sopra della media dell'Ue".