L’inflazione torna a crescere (+0,9%) e il carrello della spesa si fa più pesante
I dati Istat confermano un’accelerazione dell’inflazione in ottobre, spinta dai beni alimentari. E le esportazioni segnano una contrazione annua del -2,2%
Si va verso l’inverno con una ripresa dell’inflazione, seppure moderata, un rialzo dei prezzi dei beni essenziali e una contrazione delle esportazioni. Secondo i dati diffusi dall’Istat l’inflazione a ottobre è risalita (+ 0,9%) e i prezzi del carrello della spesa hanno subito un’accelerazione. Per l’export c’è stato un aumento su base mensile (settembre +1,3%) ma su base annua si è registrata una flessione, causata soprattutto dalla contrazione della vendita di autoveicoli.
A ottobre l'inflazione in Italia ha registrato un incremento su base annua dello 0,9%, rispetto al +0,7% del mese precedente. Dati che definiscono un quadro di stabilità su base mensile, ma mostrano segnali di ripresa inflazionistica in settori chiave, come quello alimentare. Particolarmente significativo è stato l’aumento dei prezzi del carrello della spesa, che include beni alimentari, per la cura della casa e della persona. Su base annua, questi hanno segnato un’accelerazione del +2%, rispetto al +1% registrato a settembre. Un trend simile si osserva anche nei prodotti ad alta frequenza d'acquisto, il cui tasso di crescita è passato da +0,5% a +1,0%. Tra i fattori che hanno spinto l'inflazione, spicca l’aumento dei prezzi dei beni alimentari non lavorati, balzati al +3,4% su base annua (contro il +0,3% di settembre). Anche i prodotti lavorati hanno evidenziato una lieve crescita (+1,7% rispetto al +1,5% precedente). Nonostante questi rialzi, i beni energetici continuano a mostrare un’inflazione negativa, con un calo del -10,2% per quelli non regolamentati, attenuato rispetto al mese scorso (-11%). “Tra i dati più sorprendenti, i costi legati all’istruzione salgono del +5,9%, un record mai registrato nei dati disponibili dal 2016. Anche la tavola degli italiani è sotto pressione: i pomodori segnano un rialzo record del +18,2% su base mensile, complice una disponibilità ridotta per condizioni climatiche avverse. Anche la classica pasta al pomodoro rischia quindi di diventare un lusso. L’inflazione in Italia resta bassa rispetto all’Europa, ma i rincari sui beni essenziali mostrano segnali di tensione che non possiamo ignorare. Il rischio è che il potere d’acquisto delle famiglie scivoli via, specialmente con l’inverno alle porte. Il rallentamento dell’economia non aiuta”, commenta Gabriel Debach, Italian market analyst di eToro
Sul fronte del commercio estero, settembre 2024 ha registrato una crescita congiunturale delle esportazioni (+1,3%) e delle importazioni (+1,2%), trainata principalmente dalle vendite verso i paesi dell’Unione Europea (+2,4%). Tuttavia, su base annua, l'export ha subito una contrazione del -2,2%, sintesi di una flessione del -5,3% in termini di volume. La riduzione delle esportazioni è imputabile principalmente al calo delle vendite di autoveicoli (-29,2%) e di prodotti della raffinazione (-42,6%). In particolare, i mercati degli Stati Uniti e della Germania hanno registrato i maggiori ribassi, rispettivamente del -13,4% e del -4,6%. Al contrario, le esportazioni verso la Svizzera (+18,4%), la Turchia (+18,0%) e i paesi OPEC (+10,3%) hanno contribuito a mitigare la flessione complessiva. I settori farmaceutico (+15,2%) e alimentare (+7,8%) continuano a fornire un sostegno importante all’export italiano, confermando la resilienza di comparti strategici in un contesto di rallentamento economico globale.
Nonostante la flessione annua, il saldo commerciale italiano a settembre è positivo, pari a 2.580 milioni di euro, in miglioramento rispetto ai 2.132 milioni dello stesso mese del 2023. Il deficit energetico si è ridotto a -3.898 milioni, segno di un parziale allentamento delle pressioni sui costi di importazione di energia.