Lo Stato non paga: le cifre che affossano le imprese
Angelo Carconi/Ansa<
Economia

Lo Stato non paga: le cifre che affossano le imprese

Bankitalia: i fornitori della Pa devono avere 65 miliardi. Al Mef risultano 60 miliardi già pagati. Crif: il 60% delle Asl paga in ritardo. Ecco le cause

A quanto ammonta il debito commerciale della nostra pubblica amministrazione nei confronti dei propri fornitori? A due anni dall'applicazione della fatturazione elettronica, che avrebbe dovuto (il condizionale è più che mai d’obbligo) consentire di quantificare con precisione lo stock del debito, questo interrogativo è diventato un’ossessione per la Cgia che rappresenta i piccoli imprenditori artigiani.

In mancanza di dati ufficiali, l’unica stima ufficiosa è quella della Banca d’Italia, riferita purtroppo a due anni fa (2015) e, a detta dei ricercatori, sottostimata: le aziende private - a fronte di forniture, manutenzioni o lavori fatturati alla Pa - vanterebbero crediti per 65 miliardi di euro.

Di questi, 31 sarebbero di natura fisiologica e si riferiscono a importa non ancora liquidati perché non sono trascorsi 30 - 60 giorni dalla data di emissione della fattura; gli altri 34 miliardi invece sono da imputare ai ritardi nei pagamenti, in quanto importi non ancora liquidati dopo 60 giorni dall’emissione della fattura.

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Le cause dei ritardi
"Gli enti della pubblica amministrazione sono tenuti a pagare le fatture legittime entro 30 giorni dalla data di emissione, con alcune eccezioni che consentono il pagamento entro 60 giorni" scrive il Mef nella sezione del sito dedicata ai pagamenti delle pubbliche amministrazioni facilmente consultabile da tutti i cittadini direttamente online (qui).

"Il rispetto di questi termini è un fattore cruciale del buon funzionamento dell’economia nazionale ma molti enti pagano in tempi più lunghi" prosegue il sito del ministero. Eppure continua a prevalere un malcostume generale tra lungaggini burocratiche, cattivo funzionamento degli uffici pubblici, vincoli di bilancio imposti da Bruxelles, abusi di posizione dominante da parte del committente e mancanza di liquidità.

Anzi la causa principale dei ritardi, a detta degli esperti, sarebbe da rintracciare proprio nelle difficoltà finanziarie e nei problemi di liquidità egli enti pubblici, legate al mancato trasferimento dei fondi da parte di altre amministrazioni, a scarse risorse di cassa e a situazioni di dissesto finanziario dell’ente appaltante.

"Nonostante i fornitori abbiano l’obbligo dall’inizio di aprile del 2015 di emettere alla Pa le fatture in via informatica lo Stato non ha ancora una mappatura certa dei debiti a cui deve fare fronte. Certo, la lentezza nei pagamenti è dovuta in modo particolare a problemi di liquidità, ma quanti ne hanno le circa 873.000 imprese che lavorano per il pubblico che dopo aver eseguito una fornitura o una manutenzione devono aspettare anche 6 mesi prima di essere saldate?" segnala il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA di Mestre, Paolo Zabeo.

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I settori peggiori
Un problema segnalato con forza lo scorso anno dal settore forse più colpito da questo fenomeno: l’edilizia. I tempi medi di pagamento della Pa alle imprese di costruzioni continuano a superare i limiti previsti dalla direttiva europea sui ritardi di pagamento (58 giorni la media in Francia, 30 giorni nel Regno Unito e 15 giorni in Germania).

Secondo l’Ance, che appunto in Confindustria rappresenta i costruttori, nel primo semestre 2016 le imprese che realizzano lavori pubblici sono pagate mediamente addirittura dopo 168 giorni, vale a dire 5 mesi e mezzo dopo l’emissione degli stati di avanzamento lavori, contro i 60 giorni previsti dalla normativa Ue. Calcolatrice alla mano, per l’Ance sarebbe di 8 miliardi di euro l’importo dei ritardi di pagamento alle imprese che realizzano lavori pubblici.

Allargando lo spettro a tutti i settori, un recente studio di Cribis D&B, società del gruppo Crif specializzata nella business information, ha calcolato che solo il 22% (una su cinque) delle aziende pubbliche è puntuale nel saldare i propri debiti coni fornitori rispetto a una media del 12% italiana che comprende anche le aziende private; addirittura oltre la metà (52%) paga entro il mese di ritardo. La maglia nera va al settore sanitario dove il 61% delle Asl paga con gravi ritardi, rispetto al 28% degli enti territoriali.

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I dati pubblici
Ma quali sono, invece, i dati pubblici in mano al ministero? Al Mef risultano 21,5 milioni di fatture registrate tra il 1 luglio 2014 e il 31 dicembre 2015 pari a 129 miliardi di euro. Di queste, 8,9 milioni fatture, pari a 60,5 miliardi di euro, sono state pagate in media entro 46 giorni.

Il Mef spiega, comunque, che "il numero e l’importo delle fatture effettivamente pagate è superiore a quello registrato dalla piattaforma di monitoraggio perché soltanto alcuni enti comunicano i dati relativi ai pagamenti" e che "il tempo medio di pagamento effettivo del totale delle fatture è con ogni probabilità più lungo di quello registrato tra gli enti che comunicano i dati".

Ma c’è anche una buona notizia: il Mef ha pubblicato l’elenco dei 500 enti pubblici più virtuosi (qui): sono quelli che pagano più tempestivamente e che trasmettono informazioni relative a oltre il 75% delle fatture loro indirizzate. Quelli, insomma, con cui forse conviene fare affari.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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