Plateroti: «La Ue ci chiede attenzione e solo spese sagge»
I rilievi di ieri da Bruxelles alla manovra economica, al di là di promossi o bocciati, segna una strada virtuosa che Roma deve seguire
Italia, stai attenta, stai facendo un viaggio che potrebbe avere qualche rischio! Eccolo il messaggio di fondo lanciato ieri da Bruxelles a Roma, nel suo giudizio sulla manovra economica. «Chiamiamolo per quello che è. E’ il rilievo di uno scostamento di percorso. Un avviso che, sulla base dell’andamento attuale della spesa, il rischio è di non rispettare il tetto programmato di spesa pubblica rispetto al Pil. Ma è uno scostamento dello 0,3%, uno scostamento molto frazionale», spiega Alessandro Plateroti, da poco all’esordio come Direttore editoriale di Newsmondo.it. E in più l’Italia è in buona compagnia, a partire da Francia e Germania, che la “lettera” della Commissione europea l’hanno ricevuta, eccome.
La manovra del governo Meloni secondo Bruxelles “non è pienamente in linea” con la raccomandazione del Consiglio del luglio scorso e quindi “non si tratta di una bocciatura, ma di un invito a politiche di bilancio prudenti e al pieno uso per gli investimenti e le riforme del Pnrr”, ha spiegato il commissario all’Economia Paolo Gentiloni. I rilievi di Bruxelles riguardano soprattutto la spesa primaria netta (cioè al netto degli interessi sul debito pubblico) che nel 2024, se continua così, sarebbe superiore al tasso di crescita dello 0,6% del Pil. Da qui il giudizio: "non completamente in linea con la raccomandazione". La valutazione arriva per l’Italia dopo i rassicuranti giudizi di rating delle scorse settimane. Un invito a fare qualcosa insomma. Ma come si aggiusta questo scostamento? “Contenendo al massimo le spese, come la Meloni ha detto qualche mese fa ai ministri. Se non verrà fatto noi, che siamo già per deficit/pil fuori dai parametri europei, rischiamo problemi seri, come la procedura di infrazione” continua Plateroti. Sui conti dell’Italia pesano l’eredità del Superbonus e i sussidi usati per arginare la crisi energetica. “L’Europa ci ha permesso in questi ultimi anni una sorta di manovra straordinaria di oltre 200 miliardi di euro. E il nostro debito ne risente”, spiega il direttore di Newsmondo.it.
Roma non può spendere, ci sta dicendo Bruxelles e dobbiamo in questo momento evitare qualunque strappo con l’Europa, visto cosa sul tavolo ci sono il Mes e il Patto di stabilità, dietro l’angolo. “Potrebbe essere facile accontentare l’Europa, ma bisogna vedere come si tiene testa ai vari partiti. Questa stabilità governativa è il nostro paracadute, non ci attaccano né l’Europa né i mercati proprio perché c’è la stabilità governativa che ci avevano chiesto. Ma quanto può durare e a cosa deve rinunciare il governo per dare un segnale a Bruxelles? Eliminare il grasso elettorale, cominciando da spese come il ponte di Messina per esempio”, suggerisce Plateroti. E Roma deve rispondere al messaggio che c’è dietro il giudizio di ieri di Bruxelles. “L’Europa ci ha detto che abbiamo le mani legate, dobbiamo ridurre il debito e spendere poco. Quindi ogni occasione deve essere buona per usare i soldi nel modo migliore. Penso all’immigrazione. Perché non aprire i centri nel nostro Paese, usando le caserme dismesse per esempio invece di costruire in Albania? Il governo dovrebbe dare segnali che sa sfruttare ogni criticità come crescita”, continua Plateroti.
Nessuna bocciatura, dunque, e in più l’Italia è in buona compagnia. Sono nove i Paesi “non pienamente in linea”. Con noi ci sono Germania, Austria, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Olanda, Portogallo e Slovacchia. Peggio stanno Francia, Belgio, Croazia e Finlandia che sfiorano la bocciatura per via del discostamento dalle raccomandazioni europee. Promozione totale solo per sette Stati: Cipro, Estonia, Grecia, Spagna, Irlanda, Slovenia e Lituania. “Essere insieme agli altri Paesi è una notizia “rassicurante”, ma la crisi della Germania, soprattutto, avrà un impatto sulla nostra economia, che risentirà del rallentamento dell’economia tedesca”, avverte Plateroti.
Tutto a posto allora? Diciamo che serve attenzione. Soprattutto perché a gennaio 2024 torna in vigore il Patto di stabilità, dopo la sospensione causa Covid nel 2020. E dopo le elezioni europee in giugno “la Commissione intende aprire procedure per deficit eccessivo in base all’esito dei dati di bilancio del 2023”, ha ricordato il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis. Quindi l’Italia è tra i Paesi a rischio procedura per deficit eccessivo. Ma al momento Roma si prende solo il suo semaforo verde, con invito all’attenzione lungo il tragitto.