Analisi dei mercati obbligazionari: tendenze e strategie di investimento per il 2025
Economia

Analisi dei mercati obbligazionari: tendenze e strategie di investimento per il 2025

Da una ricerca condotta da DECALIA, banca privata svizzera di investimento

I Titoli di Stato di Europa e Usa sono calati molto di prezzo nella parte finale del 2024 e ad inizio 2025. Cosa c'è quindi da aspettarsi per la restante parte dell'anno? È il caso di fare acquisti a prezzi bassi e su che cosa in Italia?

In primo luogo vale la pena menzionare una considerazione tecnica riferita al periodo in esame: solitamente, a seguito della chiusura dell’anno finanziario che avviene per molti brokers ed operatori soprattutto americani verso la fine del mese di novembre, classicamente con il Thanksgiving Day, la fase di mercato che va da circa metà dicembre a circa metà gennaio successivo è caratterizzata da un elevato livello di volatilità speculativa; per quanto concerne il 2024, si noti che le buone performance obbligazionarie dell’anno accumulatesi già dal 2023 possono aver inoltre indotto molti asset managers a prese di profitto proprio dopo la metà di dicembre.

Politica monetaria negli Stati Uniti

Tuttavia negli USA si è tenuta proprio in quei giorni l’ultima riunione annuale della Federal Reserve, considerata hawkish dai professionisti del mercato obbligazionario, ovvero con un atteggiamento da “falco” da parte del suo Presidente Jerome Powell che ha previsto ed indicato solo due tagli dei Fed Funds nel corso di questo nuovo anno, deludendo in tal modo le aspettative del mercato di almeno quattro mosse ribassiste. Pertanto negli Stati Uniti la banca centrale adotterà sicuramente un approccio maggiormente graduale nella riduzione dei tassi di interesse, mantenendo ancora il costo del denaro relativamente alto (oggi 4.25%-4.50%, rispetto ad un tasso neutrale (tra 3.75% e 3.50%) tra politica monetaria restrittiva ed espansiva, per contrastare un’inflazione che lì potrebbe ancora sorprendere al rialzo a causa del buon andamento dell’economia (ricordiamo l’ultimo dato del Prodotto Interno Lordo che è positivo per 3.1% ed il fatto che sono scesi i prezzi dei Beni ma non altrettanto quelli dei Servizi) e del mercato del lavoro (256'000 nuovi impieghi a Dicembre nel settore non agricolo, dato di oggi, quasi il doppio del previsto). La curva dei rendimenti americani è dunque tornata a salire e ad irripidirsi, spingendo i ritorni dei titoli a più lunga scadenza verso i livelli massimi già toccati nel corso del 2022.

Situazione economica in Europa

In Europa, la situazione è diversa, in quanto l’andamento economico è decisamente più debole e l’inflazione molto più sotto controllo. Al fine di sostenere le economie della zona Euro, i tassi di interesse dovrebbero continuare a scendere gradualmente, come già delineato dalla Banca Centrale Europea. Inoltre, le manovre restrittive dei rispettivi governi europei per ridurre i deficit potrebbero anche limitare l’offerta di nuove emissioni obbligazionarie, esercitando ulteriori pressioni al rialzo sui prezzi dei titoli di Stato esistenti. L’Europa di norma segue l’America, quindi i timori di possibili nuove pressioni inflazionistiche oltreoceano – da considerare però anche nuovi problemi locali di approvvigionamento energetico a seguito del conflitto russo-ucraino – hanno condotto ugualmente ad una repentina discesa dei prezzi delle obbligazioni in Euro.

Suggerimenti di investimento

Un allungamento graduale e progressivo delle duration dei portafogli è suggeribile: . per quanto attiene ai titoli di Stato americani, sembra interessante acquistare le scadenze lunghe in quanto come menzionato il loro rendimento è tornato in area 4.75% - 5%, ma meno per puntare su un rialzo dei prezzi e più per ottenere un carry, un ritorno cedolare, ed uno Yield-to-Maturity interessante.

In Europa vale lo stesso principio ma per il motivo inverso: qui è lecito aspettarsi anche una rivalutazione in conto capitale; si consideri che il titolo di Stato tedesco a 10 anni rende annualmente oggi a scadenza il 2.58% contro il 2.03% di inizio dicembre, il BTP italiano è passato dal 3.20% circa all’odierno 3.75%; da segnalare in questo caso anche il nuovo trentennale BTP 4.30% 01.10.2054 che dai suoi massimi di prezzo a 108.50 quota oggi circa 99.50, per un Yield-to-Maturity passato da 3.85% a 4.35%.

Dato che non sembra volontà della BCE quella di tornare ai livelli di tasso visti nel 2022 quando l’inflazione è andata fuori controllo verso l’alto e a doppia cifra, paiono una buona occasione di acquisto progressivo;

Sicuramente vedremo anche una buona offerta di nuove emissioni societarie nei prossimi giorni con la ripartenza del mercato, quelle Investment Grade europee sono da preferire a questi livelli di tasso rispetto a titoli con rating inferiori a seguito del minor rischio aziendale ed offriranno rendimenti con differenziali aggiuntivi interessanti rispetto ai corrispondenti titoli governativi di pari scadenza (mediamente tra 0.50% e 1.50% in più).

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Redazione Panorama