Lavoro, i mestieri legati all'arte per preservare l’eccellenza del Made in Italy
Il ruolo dei mestieri d'arte e delle scuole di formazione per creare nuove leve nei settori chiave del Made in Italy
Il “Made in Italy” è sinonimo di eccellenza su scala internazionale e il percorso che ha permesso di raggiungere un tale livello qualitativo ed estetico è da ricercare anche nel cuore delle piccole realtà artigiane nostrane che si sono sviluppate in modo esponenziale nel tempo e ai professionisti che ne hanno fatto parte.
Le professionalità una volta tramandate prevalentemente grazie al tipico lavoro di “bottega” oggi vengono tutelate come un bene prezioso grazie a istituti di formazione specialistici di alto livello che spesso vantano una storia secolare. Scuole di questo tipo rappresentano una importante forma di tutela delle tradizioni artistiche e artigianali e allo stesso tempo un modo per poter trasmettere il “saper fare” che è alle origini della nostra cultura.
Le professionalità di alto profilo che vengono formate in queste scuole permettono di tenere elevato il livello qualitativo delle produzioni nei più svariati settori - dall’oreficeria alla pelletteria, dal calzaturiero all’enogastronomia -; alcune di queste professioni, talvolta considerate soprattutto dai giovani meno appetibili di altre più di “tendenza”, nascondono eccellenze uniche che aprono a percorsi tangibili nel mondo del lavoro.
Dalla collaborazione tra la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte e la Fondazione Deutsche Bank Italia è stato avviato il progetto dal titolo “La regola del talento”, iniziativa dedicata alla tutela e alla valorizzazione del Made in Italy che ha portato alla creazione del portale Scuolemestieridarte.it , la prima directory di orientamento e informazione contenente centinaia di indirizzi di scuole di arti e mestieri, distribuite in tutta Italia e alla pubblicazione del volume “La regola del talento. Mestieri d’arte e Scuole italiane di eccellenza” (Marsilio Editori, marzo 2014).
Per approfondire l’attuale ruolo dei mestieri d’arte abbiamo parlato con Alberto Cavalli, direttore generale della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte:
Quali sono le maggiori “minacce” cui devono far fronte queste professioni?
In primis la perdita di consapevolezza da parte del cliente, ovvero il fatto che la bellezza e la perfezione del prodotto divengano irrilevanti. Se il cliente non percepisce più la differenza che vi è dietro un prodotto che abbia un'anima, un'identità e un'autenticità, ecco che il ruolo del maestro d'arte perde senso; è quindi necessario saper sempre comunicare con efficacia questi valori e creare un'autentica cultura del mestiere e del “bello ben fatto”.
Un secondo rischio è quello della mancanza di successori: in molti casi i maestri d'arte sono anziani e non sempre riescono a trasmettere in maniera adeguata il loro saper fare. Diventa quindi urgente formare una nuova generazione di maestri che sappiano apprendere il saper fare dei grandi artigiani e tradurlo in una logica contemporanea.
E infine, vi è il rischio dell'emigrazione; gli artigiani lasciano le loro botteghe e cambiano territorio, città, paese. Questo per fortuna non è ancora un rischio troppo grave, ma non possiamo credere per sempre che le persone siano vincolate ai luoghi, occorre motivarle, valorizzarle, farle sentire parte di un sistema vitale.
Come si struttura la richiesta di professionalità specifiche da parte del mondo del lavoro?
Quando si tratta di mestieri d’arte si parla sempre di numeri modesti: pochi sono i maestri e le nicchie si esplorano andando in profondità, più che guadagnando in estensione. Possiamo pensare che in questi settori ci sarà sempre una certa domanda di nuovi talenti, soprattutto in quei settori che generano volumi più significativi: per fare il caso della moda, possiamo certo prevedere che in prospettiva ci sarà sempre più bisogno di bravi sarti, tagliatori, ricamatori e di tutte le professioni artigianali legate alla nascita di un capo di abbigliamento prezioso e confezionato a dovere. Non sempre questi giovani trovano subito un'occupazione in linea con le loro aspettative, ma dal dialogo tra la scuola e la bottega nascono professionalità certo più spendibili di molte altre meno legate all'eccellenza del Made in Italy.
Come è cambiata la professionalità degli artigiani?
È necessario sottolineare il valore aggiunto che i maestri d'arte apportano al prodotto del miglior Made in Italy: occorre essere fieri degli artigiani, oltre che dei marchi, e portare avanti azioni efficaci di trasmissione della conoscenza: tirocini, apprendistati, progetti di formazione che le aziende o gli atelier non devono mai stancarsi di promuovere. Perché il futuro del “bello ben fatto” all'italiana è nelle mani degli artigiani di domani che devono saper fare, ma anche saper comunicare, sapersi relazionare con il mondo, saper fronteggiare e anzi padroneggiare le sfide della tecnologia. Il digitale non è nemico del mestiere d'arte, anzi, potenzia la mano del maestro.