Mps, Carige e gli stress test: cosa cambia per i risparmiatori
Ansa
Economia

Mps, Carige e gli stress test: cosa cambia per i risparmiatori

Nessun problema per i correntisti delle due banche bocciati all'esame della Bce. Alcune incognite, invece, per gli azionisti e gli obbligazionisti

“Il sistema bancario italiano mostra la sua solidità”. E' la rassicurazione giunta ieri dal vice direttore generale di Bankitalia, Fabio Panetta, subito dopo la pubblicazione degli stress test sui principali istituti di credito europei. Con una lunga procedura durata mesi, la Bce ha messo sotto esame le la solidità patrimoniale delle maggiori banche del Vecchio Continente, promuovendo quasi tutte le italiane, con due sole eccezioni: il gruppo genovese Carige e il Monte dei Paschi di Siena. Entrambe gli istituti avranno bisogno di rafforzare i propri attivi di bilancio, per un valore complessivo di 2,9 miliardi di euro.


Stress test, le conseguenze per le banche


A ben guardare, come ha ricordato il presidente dell'Abi Antonio Patuelli, la bocciatura della Bce non riguarda la qualità degli attuali attivi di bilancio di Mps e Carige. Le autorità di Francoforte ritengono però che i due istituti italiani, a differenza di molti concorrenti, non siano pronti ad affrontare un nuovo scenario di collasso dell'economia come quello che si verificò nel 2007-2008, ai tempi del crack di Lehman Brothers. Da qui, la necessità per il Monte dei Paschi e per Carige di rendere più robusto il patrimonio. Fatte queste premesse, sorge dunque spontaneo un interrogativo: cosa cambia per i risparmiatori (correntisti, azionisti e obbligazionisti) che hanno in qualche modo affidato i propri soldi alla banca toscana e a quella genovese? Ecco, in sintesi, gli scenari all'orizzonte.



Correntisti al sicuro

I titolari dei conti correnti di entrambe gli istituti possono dormire sonni tranquilli. Gli stress test della Bce hanno infatti stabilito soltanto che Mps e Banca Carige sono troppo vulnerabili di fronte all'ipotesi (contro cui fanno tutti gli scongiuri) di una crisi economica e finanziaria simile a quella del 2007-2008. Non ci sono invece valutazioni negative sull'attuale solidità delle due banche. Inoltre, va ricordato che i correntisti italiani (come quelli di tutta Europa) godono comunque di una protezione anche nella malaugurata ipotesi di un crack dell'istituto di credito. Se la banca fallisce, i soldi presnti sul conto corrente o sui conti di deposito sono infatti rimborsati da un particolare organismo di garanzia. Si tratta del Fondo Interbancario di Tutela dei depositanti (Fitd) che copre tutte le giacenze fino a un massimo di 100mila euro per ogni correntista.


Le incognite per gli azionisti

Un po' diverso, e più problematico, è invece lo scenario all'orizzonte per chi ha nel portafoglio le azioni di almeno una delle banche bocciate (che oggi, a Piazza Affari, hanno subito un vero e proprio tonfo con ribassi tra il 13 e il 20%). Secondo la Bce, infatti, i due istituti hanno bisogno di una massiccia iniezione di nuove risorse: circa 2,1 miliardi per Mps e 814 milioni per Carige. Le soluzioni possibili per rafforzare il patrimonio sono tante: dalla vendita di alcune attività alla ricerca di nuovi alleati, dall'emissione di prestiti obbligazionari sino all'avvio di un nuovo aumento di capitale. Ed è proprio quest'ultima ipotesi che oggi sembra preoccupare di più gli investitori. Ogni volta che una società quotata chiede soldi al mercato con una ricapitalizzazione, infatti, il valore dei titoli già presenti sul listino è destinato inevitabilmente a deprezzarsi, visto che aumenta il numero di azioni in circolazione, le quali vengono collocate di solito a prezzi più bassi di quelli correnti. Qualche incognita si profila all'orizzonte pure per gli obbligazionisti, anche se gli scenari non appaiono particolarmente preoccupanti. In una fase di incertezza come quella attuale, le quotazioni dei bond collocati da entrambe le banche rischiano di  soffrire un po', con ribassi che però restano nell'ordine di qualche punto percentuale (o decimo di punto) e sono ovviamente ben più contenuti di quelli delle azioni.


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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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