Draghi
(Ansa)
Economia

Nadef, bene il pil ma il deficit non cala e frena la riforma del fisco

Confermati i dati positivi del pil dato a +6% ma il deficit non scende e questo potrebbe influire sulla riforma del fisco rinviata a dopo il voto

La ripresa c'è, è superiore alle attese, il debito pubblico cala anche, ma non solo, per questo. La riforma fiscale è rinviata a dopo le elezioni (forse), ed è la seconda volta che questo accade. È la sintesi della cabina di regia tenutasi oggi a Palazzo Chigi alla presenza del premier Draghi e dei principali ministri collegati al Nadef, la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza che domani approderà al Consiglio dei Ministri convocato come previsto alle 9.30 del mattino.Ricordiamo infatti che, stando al regolamento parlamentare, la nota doveva essere consegnata alle camere ieri; l'esecutivo quindi ha una certa fretta di chiudere per dare il via all'iter della Manovra finanziaria nella speranza che, rispetto a quanto accaduto con il Governo Conte bis, ci sia il tempo di leggerla e discuterla in Parlamento.Il ministro Franco ha comunicato ai presenti come la legge Delega sulla riforma fiscale verrà trattata in un secondo momento, forse dopo i ballottaggi delle elezioni amministrative, l'ennesimo rinvio per una riforma attesa, complessa, richiesta dall'Europa per i fondi del Pnrr e che, più passa il tempo e più rischia di perdere efficacia.Per quanto riguarda i numeri, quelli arrivati sul tavolo dei ministri presenti confermano il trend di crescita oltre le previsioni della nostra economia. Il Pil quest'anno dovrebbe crescere del 6%, nel 2022 di un altro 4%. Numeri importanti su cui però non dovremmo cantar vittoria più di tanto dato che nel 2020, causa Covid, si perse il 9%; in pratica nel 2022 ritorneremmo solo ai livello pre-pandemia dove di certo il nostro paese non era la locomotive economica dell'Europa.Stime sull'andamento dell'economia sono arrivate anche dal Cnel, secondo cui nello scenario tendenziale, i conti pubblici dell'Italia nei prossimi 4 anni ''registrerebbero un deciso miglioramento. Il deficit si manterrebbe stabile quest'anno al 9,5% del pil e si ridurrebbe a partire dal prossimo, fino ad attestarsi sul 3,4% nel 2024''. Secondo il Cnel, il deficit della pubblica amministrazione si manterrebbe per il primo triennio di previsione al di sopra di quello tendenziale. In particolare, nel 2021 anziché ridursi, il deficit continuerebbe ad aumentare (di 2,3 punti percentuali) fino a toccare l'11,8%, mentre si manterrebbe nel 2022-2023 più alto di quello tendenziale rispettivamente di 0,5 e 0,6 punti percentuali di prodotto interno lordo. E quello del deficit è l'unico dato preoccupante emerso da Palazzo Chigi. Con cifre di questo tipo spazio per una riforma fiscale pesante diventa problematico se non fatto con altro deficit.

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Andrea Soglio