Nautica e yacht: un mercato da 2,5 miliardi
Economia

Nautica e yacht: un mercato da 2,5 miliardi

L'economia del mare nei numeri del rapporto Federagenti. Un'imbarcazione da 30 metri mantiene 75 famiglie. Alto l'effetto moltiplicatore

Uno yacht dai 30 ai 60 metri di lunghezza dà lavoro a 15 uomini di equipaggio, ma mantiene anche una media di 75 famiglie di lavoratori della manutenzione, elettricisti, tecnici, fornitori di bordo, negozi. Uno yacht fra i 60 e gli 80 metri di lunghezza, oltre a una media di 25 uomini di equipaggio, dà lavoro a circa 140 persone; un mega yacht da oltre 80 metri, oltre a garantire occupazione permanente a circa 50 componenti dell’equipaggio, fornisce lavoro e reddito a oltre 250 famiglie.

Sono questi alcuni dei dati contenuti nella ricerca esclusiva che verrà presentata oggi dalla Federagenti (la federazione che raggruppa tutti gli agenti marittimi italiani) al primo "Forum del lusso possibile" di Porto Cervo. Sono numeri e statistiche che fanno emergere il paradosso dell’Italia, un Paese che continua ad attuare misure che proprio nel mondo della grande nautica producono contraddizioni stridenti: da un lato il Paese è leader mondiale nella produzione di mega yacht; dall’altro ne scoragggia la presenza nei suoi porti con misure, normative e controlli fiscali invasivi che nella grande maggioranza dei casi vanno a colpire imbarcazioni non di proprietà italiana (meno del 2% degli yacht in Mediterraneo possono essere ricondotti a proprietari italiani).

Ci racconta Michele Pappalardo, che di Federagenti è il presidente: "L’economia del mare ha un effetto moltiplicatore di reddito e di occupazione: due posti di lavoro fuori porto per ogni addetto in porto, un dato che non trova riscontro in nessuna altra attività economica italiana. Ma nei mega yacht e nella grande nautica da diporto l’effetto moltiplicatore è incomparabile: yacht che trasportano una trentina di persone di equipaggio e non più di una ventina di ospiti garantiscono il reddito a 250-300 famiglie. Forse è arrivato davvero il momento che questo Paese s’interroghi seriamente su cosa può fare e sui settori nei quali creare reddito e occupazione. L’Italia dovrebbe finire una volta per tutte di inseguire utopie industriali e sfruttare quello che Madre natura le ha messo a disposizione e non siamo ancora riusciti a rovinare”.

Altri dati di settore: in Italia il mercato dei grandi yacht si traduce in un fatturato di 2,5 miliardi di euro e in 13 mila addetti. A livello mondiale il fatturato dei mega yacht sfiora i 25 miliardi di euro per 6 mila aziende e quasi 500 mila posti di lavoro generati a bordo e a terra.

Nel 2014 i grandi yacht hanno toccato piú di 6.300 volte i porti italiani. Oggi la flotta mondiale di maxi yacht è composta da 5.164 imbarcazioni, ma nel 2020 saranno 6.044. Nel 2014 ne sono stati ordinati 122 e la quota-parte della cantieristica italiana è pari al 38% della produzione mondiale. Attualmente sono in costruzione 411 nuovi yacht. Solo di noleggio un mega yacht sopra gli 80 metri può costare oltre 800.000 euro alla settimana.

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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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