I numeri reali dell'economia italiana del 2023
Borsa, pil, occupazione, inflazione... cosa dicono i numeri dei principali indicatori economici del nostro paese in un anno molto migliore di quello che si possa pensare
Un viaggio turbolento, ma con qualche opportunità e molti “pericoli scampati”. Ecco il 2023 economico, per l’Italia e non solo. È stato un anno di affanno, dietro i tassi di interesse e le tensioni geopolitiche (guerra in Ucraina prima e in Palestina poi). Ma è stato anche l’anno dello stop (o pausa, vedremo) dei continui rialzi del costo del denaro, che hanno permesso comunque di fermare la peggiore inflazione da 40 anni. Come arriva a salutare il 2024 l’Italia?
Una leggera crescita del Pil, intorno allo 0,7%, grazie ai consumi e agli investimenti pubblici legati al Pnrr. Nel 2022 il Pil era in crescita del 3,7% rispetto al 2021. I consumi hanno retto, nonostante la corsa dell’inflazione che nel 2023 ha raggiunto +5,7% per l’indice generale e a +5,1% per la componente di fondo. Nel 2022 i prezzi al consumo in media sono cresciuti dell’8,1% segnando l'aumento più forte dal 1985 (allora fu +9,2%). La responsabilità principalmente è stata dell’andamento crescente dei prezzi degli energetici, che nel 2022 erano saliti del 50,9%, raddoppiati. Inflazione dunque tornata “sotto controllo” e si stima una retromarcia, con valori intorno al 2,3% nel 2024, con effetti evidenti nel secondo semestre dell’anno.
I consumi delle famiglie sono cresciuti nel 2023 di poco più di un punto percentuale (+1,2%), contro un forte aumento (+8,7%) registrato nel 2022 sull’anno precedente. Ma l’incremento di spesa del 2022 era dettato dalla forte inflazione più che dal lievitare del livello dei consumi. Sono calati gli investimenti fissi lordi nel 2023, per effetto della politica monetaria restrittiva. La crescita è stata solo dello 0,5%, contro il +9,7% del 2022, dopo la pandemia. Dati in aumento invece per quanto riguarda i risparmi. La quota delle famiglie che riescono a risparmiare torna sui valori massimi del pre-Covid: 54,7% contro il 53,5% del 2022. Cresce anche la percentuale media di reddito risparmiata: 12,6% nel 2023 contro l'11,5% del 2022 (Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2023 di Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi).
E i consumi hanno retto anche legati ai dati sull’occupazione. Gli occupati quest’anno sfiorano i 23,6 milioni, che significa tasso al top: 61,5%. Su base tendenziale si registra un aumento di 481mila occupati (+2,1% in un anno). E il tasso di disoccupazione tra i 15 e i 74 anni nel terzo trimestre del 2023 è al 7,6% rispetto al secondo trimestre ed è diminuito di 0,4 punti (80mila disoccupati in meno) rispetto allo stesso periodo del 2022. La dinamica delle retribuzioni di fatto pro-capite si attesta sul +2,8% nel 2023, mentre nel 2022 aveva segnato +3,6%.
È calata la produzione industriale: -2,7% rispetto al 2022, mentre l’export continua a crescere: chiusura con una forbice tra i 630-635 miliardi di euro, contro i 626 miliardi del 2022 e i 485 miliardi del 2019.
Il 2023 è stato l’anno di Piazza Affari, che ha chiuso con una crescita a doppia cifra (+28%). L’indice Ftse Mib ha raggiunto la soglia dei 30mila punti e non accadeva da 15 anni, dal giugno del 2008. Anche lo spread è in calo: il rendimento dei Btp a 10 anni è sceso per la prima volta dal luglio scorso sotto il 4%. La borsa italiana, che ha superato i mercati del resto di Europa. Tra le grandi borse hanno fatto meglio solo Tokyo (+30%) e l’indice tecnologico americano Nasdaq (+46%).
E i costi? Per una famiglia media la spesa per energia e gas è circa la metà rispetto a fine 2022. Il Pun (il prezzo di riferimento all'ingrosso dell'energia elettrica) a dicembre 2023 è a 128,74 euro, a dicembre 2022 era a 294,91 euro. Il prezzo del gas a dicembre si attesta intorno a 1,048 euro. Un anno fa (dicembre 2022), il prezzo medio nazionale al pubblico IVA inclusa era di circa 2,380 euro. Per i carburanti il 2023 si chiude con prezzi che non si vedevano da oltre 12 mesi. Ci sono state oscillazioni negli ultimi giorni, a causa dell’impennata del prezzo del petrolio determinati dai problemi sul Mar Rosso, ma sono lontani i 2 euro al litro che hanno caratterizzato alcuni periodi di quest’anno. L’anno scorso la benzina era a 1.662,96 euro al litro, il gasolio a 1.717,14 euro e il gpl a 770,51 euro. Ora (dicembre 2023): benzina a 1765, 91 euro, gasolio a 1732,08 euro e gpl a 715, 93 euro. E, ricordiamo, sono state ripristinate a pieno le accise tagliate dal governo Draghi. Sono cresciute molto invece quest’anno le rate dei mutui. Rispetto a gennaio 2022 l’aumento è stato fino al 65% per quelli a tasso variabile. Per vedere una discesa delle rate bisognerà attendere le decisioni della Banca centrale europea e gli effetti non sono previsti comunque prima di metà del 2024. L’impennata delle rate dei mutui ha portato con sé un boom di rinegoziazione: nei primi 9 mesi del 2023 l’ammontare dei mutui rinegoziati è stato di 17.4 miliardi di euro, contro i 5,1 miliardi di euro dello stesso periodo del 2022. Altro effetto a catena c’è stato sulle compravendite residenziali, calate del 10,4% rispetto all’anno precedente e le compravendite con mutuo sono passate dal 49,3% del terzo trimestre 2022 al 41,3% nello stesso periodo quest’anno.