Stipendi e orari di lavoro: i paesi migliori e le contraddizioni dell'Italia
L'Ocse pubblica la classifica delle nazioni con migliori condizioni di lavoro. La Penisola non se la passa male ma, dietro ai dati, c'è un'altra realtà
Circa 29 ore alla settimana e uno stipendio alto, attorno ai 35mila euro annui. Sono i due fattori che, secondo la classifica appena pubblicata dall'Ocse, rendono l'Olanda il miglior paese in cui lavorare. Seguono a ruota la Danimarca (33 ore con lo stesso stipendio di 35mila euro), la Norvegia (33 ore e 33mila euro di salario), poi l'Irlanda e la Germania (in cui si lavora mediamente 35 ore alla settimana, per una busta paga di 30mila euro).
Gli italiani, secondo quanto emerge dalle statistiche dell'Ocse, non stanno malissimo e si piazzano decimi in classifica alle spalle di campioni del welfare come la Svizzera, la Svezia, l'Australia o il Belgio. I nostri connazionali non guadagnano molto (25.500 euro all'anno) ma fanno comunque degli orari non lunghissimi (in media 36 ore la settimana). Inoltre, nel Belpaese è possibile avere 4 settimane di ferie retribuite, quando in molte altre nazioni ce ne sono soltanto 3, mentre il part-time viene incentivato come nel resto d'Europa.
Dietro le statistiche, però, si nascondono spesso dei dettagli che non vanno trascurati. Le condizioni di lavoro certificate dall'Ocse si riferiscono al lavoro dipendente di qualsiasi settore, regolato da contratti nazionali che stabiliscono nero su bianco diritti e doveri di operai, impiegati, quadri e dirigenti. Non tutti gli italiani, però, hanno un contratto di assunzione stabile e molti lavorano in condizioni precarie. Senza, dimenticare, poi, che nel nostro paese si registra un elevato numero di lavoratori autonomi che certo non hanno le stesse garanzie, in termini di orari e stipendi, di un dipendente. In totale, il popolo italiano delle partite iva, che spesso ha degli orari molto prolungati, rappresenta circa il 22% della forza-lavoro attiva, contro una media europea del 14%.
STACANOVISMO ALL'ITALIANA
Oltre a guardare i dati dell'Ocse appena pubblicati, bisogna dunque prendere in esame altre altre statistiche diffuse periodicamente dalla stessa organizzazione, che fotografano invece un'altra realtà. Considerano l'intera platea dei lavoratori, per esempio, secondo l'Ocse gli italiani sono dei veri e propri stacanovisti e dedicano alla propria professione una media di 1.774 ore all'anno, oltre 200 in più rispetto al resto d'Europa. Inoltre, nell'indice elaborato dall'Ocse sulla qualità della vita (Better Life Index), la Penisola non ottiene grandissimi risultati. Per quanto riguarda le condizioni di lavoro, per esempio, il punteggio assegnato all'Italia in una scala da 1 a 10 è di 5,5, contro i 6,1 della Francia e i 7,4 punti della Germania. In particolare, l'organizzazione per lo sviluppo economico rileva che, nel nostro paese, esiste un divario notevole negli stipendi: il 20% della popolazione più ricca guadagna infatti un salario pari a 5 volte quello del 20% si lavoratori che risultano peggio pagati.