Password unica e pubblica amministrazione, come funziona
Dal 15 marzo si può richiedere un pin per accedere ai servizi online di diversi enti statali. Ma la procedura non è semplice
Pagare i contributi della colf, saldare le tasse locali come la Tari oppure iscrivere i propri figli all'asilo. Ecco alcune degli adempimenti burocratici che si potranno fare online, senza code allo sportello, con un solo nome-utente e una sola password, comune a diversi enti pubblici come l'Inps, l'Inail o le Regioni. Da oggi, 15 marzo, è infatti possibile per i cittadini presentare la richiesta di accesso allo Spid, il sistema pubblico di identità digitale che consente appunto di utilizzare via internet i servizi della Pa, tramite una sola credenziale di accesso e senza più “scervellarsi” nel ricordare tanti codici differenti. Ecco, di seguito, una panoramica sulle novità in arrivo e sulle cose da sapere per richiedere questa nuova password unica, con una procedura che però non è molto semplice.
Cos'è la password unica
E' una credenziale di accesso che ha lo scopo di semplificare la vita ai cittadini, consentendo loro di accedere ai servizi online di diversi enti statali e locali con un unico codice. A regime, cioè entro il 2018, la password unica dovrebbe aprire le porte ai servizi via internet di tutta la pubblica amministrazione (anche di quella dei paesi dell'Unione Europea) e pure ai servizi di qualche società o ente privato che aderiscono allo Spid.
Come funziona
La password unica prevede tre diversi livelli. Il primo, più semplice, si basa sull'utilizzo di un nome utente e una password scelti dal cittadino. Per i servizi un po' più complessi, c'è invece un secondo livello che include anche l'invio tramite il telefonino di una seconda password usa e getta, come quelle già utilizzate oggi dalle banche. C'è poi un terzo livello, non ancora in funzione, che prevede l'utilizzo di una smart card (una carta elettronica) e di un apposito lettore, per le operazioni più complesse come il trasferimento di fondi o il trattamento di dati sensibili (ma si tratta di servizi utilizzati per lo più dai professionisti).
Dove e quando si usa
Per ora sono circa 300 i servizi online a cui si può accedere con la password unica e dovrebbero salire a 600 entro giugno. Tra gli enti coinvolti ci sono l'Inps, l'Inail, l'Agenzia delle Entrate, 6 Regioni (Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Marche e Toscana) e il Comune di Firenze.
Dove si richiede
Al momento, ci sono tre diversi organismi autorizzati a rilasciare la password unica ai cittadini. Si tratta di Tim, Infocert e Poste Italiane. Il loro servizio è al momento gratuito per due anni ma potrebbe diventare a pagamento al termine di questo periodo, anche se il governo si è impegnato a mantenerlo a costo zero.
Come si fa la domanda
La prima fase della procedura per chiedere lo Spid è abbastanza semplice. Basta collegarsi al sito di uno dei tre gestori e fornire alcune informazioni personali (a cominciare dal nome, cognome, data e luogo di nascita, numero di telefono, indirizzo di posta elettronica ed estremi della carta d'identità). Va poi scelta una password che deve contenere almeno un numero o un carattere speciale (%, #, $).
Il riconoscimento
Una volta terminata la prima fase, purtroppo la procedura per avere la password unica non è ancora completa. Il passaggio più importante è infatti il riconoscimento dell'identità del cittadino che la richiede. Possono farsi riconoscere facilmente quei pochi italiani che hanno già una carta d'identità elettronica, una carta nazionale dei servizi (Cns), una firma digitale o chi è registrato ai servizi online delle Poste (che permettono di ottenere il riconoscimento tramite una app o un sms). Chi non ha tutti questi requisiti, deve recarsi di persona presso le strutture di uno dei tre gestori, cioè in un ufficio postale abilitato (per ora sono 360), nelle le sedi di Milano e Roma di Infocert, a cui si aggiungeranno in futuro alcuni negozi della Tim. Tramite Infocert, è possibile farsi riconoscere anche online, attraverso una webcam, ma il servizio è a pagamento e costa 15 euro.