Patrimoniale, cos’è e perché se ne parla
Uno studio dell’Ocse sostiene che in certi paesi, compresa l’Italia, una tassa sulla ricchezza ridurrebbe le disuguaglianze
Se ne parla da anni, a intervalli regolari, ed è tornata di attualità da pochi giorni. Si tratta dell’imposta patrimoniale, che è stata l’oggetto di uno studio da poco pubblicato dall’Ocse. Gli analisti dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico sostengono infatti che una wealth tax, un prelievo fiscale sulla ricchezza dei contribuenti (indipendentemente dai loro redditi), contribuirebbe a ridurre le disuguaglianze.
Solo in quattro ce l’hanno
Questa considerazione, secondo gli autori del report, vale soprattutto in alcuni paesi che hanno una tassazione relativamente bassa sui redditi da lavoro o sulle rendite finanziarie. Eppure, le nazioni appartenenti all’Ocse che hanno una tassa patrimoniale sono oggi appena 4 (Francia, Svizzera, Spagna e Norvegia), contro le 12 del 1990.
Ma è opportuno reintrodurre un’imposta patrimoniale anche in Italia? Su questo interrogativo, le opinioni di politici ed economisti si sono spesso divise. Prima di farsi un’idea, è bene però chiarire che cos’è, di preciso, la tanto discussa patrimoniale. Si tratta di un’imposta che, come dice il nome, colpisce il patrimonio di un contribuente, dagli immobili ai risparmi, indipendentemente da quanto guadagna col suo lavoro.
Modello francese
L’esempio più vicino a noi è quello della Francia dove esiste la Impôt de Solidarité sur la Fortune, una patrimoniale che colpisce le ricchezze sopra gli 800mila euro. Si tratta di un prelievo che grava soprattutto sui patrimoni finanziari e su quelli immobiliari. Le aliquote crescono progressivamente all’aumentare della ricchezza e partono da un minimo dello 0,5% per arrivare all’1,5% quando la ricchezza complessiva supera i 10 milioni di euro.
In Italia una tassa di questo genere non c’è ed era stata proposta qualche anno fa dal Partito Democratico, quando a guidarlo era l’ex segretario Pier Luigi Bersani. A ben guardare, però, non è vero che nel nostro Paese non esiste un’imposta patrimoniale. Ce ne sono addirittura due: una è l’Imu, che colpisce gli immobili di lusso e tutti i fabbricati diversi dalla prima casa. Poi c’è l’imposta di bollo, un balzello dello 0,2% sui risparmi.
Dunque, un interrogativo è d’obbligo: cosa accadrebbe all’Imu e all’imposta di bollo se arrivasse una patrimoniale sul modello francese? Si aggiungerebbe agli altri due balzelli o li sostituirebbe? Domande tutt’altro che trascurabili visto che già le imposte oggi esistenti pesano per quasi 20 miliardi di euro sulle tasche degli italiani.