La Money Dysmorphia: Come l’ansia economica influenza le finanze della Gen Z
: La percezione errata della propria situazione economica, prevalente tra i giovani, porta a scelte avventate e ansia elevata, con differenze significative tra generi e fasce d’età
“Sono povero e non potrò mai fare la vacanza che desidero o vivere nell’appartamento che vorrei”. Da qui ansia e stress. La Gen Z è sempre alla ricerca di una ricchezza maggiore, sbandierata dai social e soffre sempre più di Money dysmorphia. Un rischio, perché oltre all’insoddisfazione cronica questo porta a scelte finanziarie avventate e pericolose. E, a sorpresa, chi ha più disponibilità economica cade più facilmente vittima di Dismorfia monetaria.
La Money dysmorphia è una distorsione cognitiva che induce le persone ad un’errata percezione della propria situazione economica. Secondo un’indagine di HYPE (la neobank italiana con oltre 1.8 milioni di clienti) e IPSOS il 72% dei giovani tra i 18 e i 24 anni ritiene che i soldi siano una priorità. La percentuale scende al 68% nella fascia di età 25-34 anni. Se si guarda al campione 18-65 anni la percentuale è invece più bassa: 57%. E in questo caso il 61% ritiene che i soldi non siano mai abbastanza, mentre tra gli under 24 si sale al 75%, al 68% tra i 25 e i 34 anni. Questo ci dice chiaramente che sono i giovani, under 34, a soffrire maggiormente di Dismorfia monetaria. E se l’ossessione per la ricchezza è al 3% per gli over 65, arriva al 40% negli under 24. C’è poi una differenza di genere. Gli uomini sono più ossessionati rispetto alle donne, con il 44% tra i 18-24 anni rispetto al 29% delle donne della stessa età. A conferma c’è anche uno studio di Credit Karma: il 43% della Gen Z e il 41% dei millennial soffrano di una percezione errata delle proprie finanze, con il 48% della Gen Z che si sente indietro finanziariamente rispetto agli standard. Una percentuale che tra i Millennial sale fino al 59%.
Alla rincorsa della ricchezza e percezione distorta della propria situazione finanziaria si aggiungono le emozioni. Come in un Inside Out a tema economia la protagonista è l’ansia. La ricerca sottolinea che solo per la metà delle persone pensare ai soldi genera emozioni positive: tranquillità, gratificazione e speranza. Poi arrivano le emozioni negative, soprattutto per le donne ansia (45% contro 27% uomini), frustrazione (24% contro 14%) e senso di colpa (15% contro 9%). E l’ansia per la propria situazione economica riguarda soprattutto i giovani, in particolare nelle donne tra i 25-34 anni (37%) e negli uomini tra i 18-24 anni (34%). Più si invecchia più invece si riduce: negli over 65 riguarda il 14% degli uomini e il 18% delle donne. I giovani ovviamente sono i più preoccupati per ragioni contingenti: lavoro precario, aumento dell’inflazione senza avere risparmi e incertezza del futuro. Ma, a sorpresa, l’ansia colpisce chi ha più soldi. Raggiunge vette del 70% tra chi è agiato, contro meno del 50% tra chi ha difficoltà, per scendere al 30% tra chi ha invece molte difficoltà.
Emerge anche un grande gap di genere. Gli uomini tendono ad associare il denaro principalmente al successo (17% vs 12%), alla crescita (17% vs 10%) e al potere (15% vs 11%). Per le donne, invece è uno strumento per ottenere l’indipendenza (64% vs 52%) e la progettualità (23% vs 19%). E se le donne sono anche giovani (under 24) sono anche meno autonome dei maschi nella gestione dei soldi (49% vs 38%).
I giovani sono dunque più ossessionati (sia uomini sia donne) dai soldi e dalla ricchezza, si informano anche di più è vero, ma la Money dysmorphia ha un impatto diretto sui loro comportamenti finanziari, oltre che sulle emozioni della vita. Il rischio è di prendere decisioni irrazionali e rischiose, come l’overspending e fare investimenti guidati in gran parte dai social, che sono, allo stesso tempo la principale fonte dell’incitamento alla rincorsa continua alla ricchezza. Un circolo vizioso sembra.