Autostrade e pedaggi: quanto si paga in Italia e all'estero
Che sia in forma di abbonamento, pedaggio o circolazione libera viaggiare fuori dall'Italia è comunque meno caro
Tra le più care d'Europa. Le autostrade italiane con il loro complesso e costoso sistema di pedaggi, caselli, riscossioni e concessionidetermina costi elevati per gli automobilisti che, in media, per percorrere circa 400 chilometri (diciamo più o meno la distanza che c'è tra Milano e Arezzo) spendono grossomodo 40 euro. In Francia, dove vige un sistema autostradale simile al nostro e quasi altrettanto costoso, per andare da Parigi a Lione (che distano 450 chilometri) si spendono circa 33 euro.
Non solo: in Italia i periodici aumenti dei pedaggi sono del 2,75%, più o meno il doppio dell'inflazione annua e percorrere i 7000 chilometri della nostra rete autostradale è sempre più costoso arricchendo le tasche delle 26 concessionarie private cui lo Stato ha appaltato la rete autostradale e mettendo sempre più in difficicoltà le famiglie italiane. Altrove in Europa non è così.
Autostrade a pedaggio: Italia, Francia, Spagna e Grecia
Un sistema di pedaggi simile al nostro e cioè stabilito per tratte e cadenzato da caselli vige, appunto in Francia e Spagna. In Spagna però la rete autostradale si divide in due: le autovias sono gratuite, mentre le autopistas sono a pagamento fisso per tratta.
In Grecia, invece, non si paga all'uscita finale del casello, ma ogni tot chilometri con importi che variano da 1 euro a 3,50 euro.
Le autostrade in Germania, Belgio e Olanda
Completamente gratuite invece sono in Germania, Belgio e Olanda: le uniche nazioni del vecchio continente che sono riuscite a liberare gli automobilisti dall'obolo del pedaggio.
Gli abbonamenti: Slovenia, Svizzera e Austria
Altro sistema di riscossione è quello basato sull'abbonamento annuale. Che si percorrano le autostrade svizzere una volta o mille si pagheranno sempre 38 euro di abbonamento annuale. In Slovenia, invece, per un anno di libera circolazione sulla rete autostradale di euro se ne dovranno sborsare 110. In Austria, invece, la somma scende a 87,40 euro.
Il sistema scandinavo
Nei Paesi scandinavi il sistema è leggermente più complesso, ma se si apprende si evitano brutte sorprese. Non è vero, infatti, che viaggiare sulla rete stradale sia gratuito.
In Svezia per esempio esiste la Congestion Tax – Imposta sulla Congestione del Traffico per i comuni di Stoccolma e Göteborg.
Se si passa da quelle parti si devono pagare circa 10 euro. Idem se si percorrono determinate tratte della rete o alcuni ponti come per esempio quelli di Motala e Sundsvall. Il problema per chi è distratto o poco informato e viene da fuori è che non esistono caselli o segnalazioni specifiche, ma solo telecamere che registrano il passaggio degli automobilisti e che sono collegate alla rete informatica di pagamento che becca i furbi e invia le multe a casa con notevoli sovrattasse.
Le card in Portogallo
Ancora diverso il sistema in Portogallo dove l'unico sistema di pagamento è quello elettronico. All'uscita dell'autostrada, infatti, non ci sono i caselli, ma l'automobilista deve essere collegato e registrato a uno dei possibili sistemi di riscossione e cioè: Easytoll (al costo di 60 centesimi di euro e ogni viaggio ha un costo amministrativo di 26 centesimi di euro) o Tollcard (una sorta di carta prepagata a ricarica il cui importo può variare dai 5 ai 50 euro) o recarsi presso un ufficio postale e versare il dovuto.
Fuori dall'Europa: USA e Giappone
Uscendo dall'Europa la situazione è altrettanto differente a seconda del Paese dove ci si trova. Negli Stati Uniti, ad esempio, le autostrade sono per lo più gratuite, mentre si paga per entrare nelle grandi città: Miami, Los Angeles Orlando.
In Giappone, invece, esistono le autostrade urbane nelle grandi metropoli come Tokyo o Osaka che si estendono o come viadotti o sotto terra attraverso i tunnel. La rete autostradale è in media piuttosto cara, ma nei weekend e nei giorni di vacanza il prezzo è scontato.