Pensioni, chi si ritirerà in anticipo dal 2017 in poi
Con la manovra economica ormai quasi approvata, ecco chi potrà mettersi a riposo anche senza aver compiuto i 66 anni previsti dalla Legge Fornero
Anticipo Pensionistico (Ape), Opzione Donna, nuove tutele per i lavoratori precoci e per i cosiddetti esodati. Sono tante le novità in materia di pensioni contenute nella Legge di Bilancio del 2017, cioè la manovra economica per l'anno venturo la cui approvazione è ormai in fase avanzata. Ecco di seguito una panoramica sulle novità in arrivo che mettersi a riposo anche senza aver compiuto i 66 anni e 7 mesi di età previsti dalla Legge Fornero (clicca su avanti).
A riposo a 63 anni con l'Ape
Dal maggio del 2017 tutti i lavoratori potranno andare in pensione con 63 anni di età e non più a 66 anni e 7 mesi (come prevede invece la Legge Fornero). Merito di un nuovo sistema che si chiama Ape (anticipo pensionistico) e si basa su un meccanismo un po' complesso. Per mettersi a riposo prima, il lavoratore dovrà sottoscrivere (seppur indirettamente tramite l'Inps), un finanziamento con un istituto di credito che anticiperà tutti gli assegni previdenziali prima del compimento dei 66 anni. Il pensionato restituirà poi questo prestito a rate, con una trattenuta sulla pensione che lo accompagnerà per i 20 anni successivi.
Anticipo in tre versioni
L'ape sarà disponibile in 3 versioni. Ape volontaria, per chi matura una pensione superiore a 1.500 euro lordi al mese. Poi c'è l'Ape sociale, per chi ha una pensione di meno di 1.500 euro al mese. In questo caso, il costo per la restituzione del prestito previdenziale sarà a carico dello Stato. Poi ci sarà anche l'Ape aziendale. Se un'impresa ha degli esuberi da gestire e vorrà mandare a casa un dipendente a 63 anni anziché a 66, infatti, potrà mettere a proprio carico i costi del prestito previdenziale, senza farli pagare la lavoratore.
La Rita
Per andare in pensione a 63 anni i lavoratori potranno usare anche il sistema della Rita (rendita integrativa temporanea anticipata). In pratica, per finanziare del tutto o in parte gli assegni previdenziali incassati tra 63 e 66 anni (cioè prima di aver maturato i requisiti previsti dalla Legge Fornero) i lavoratori potranno attingere ai soldi che hanno accumulato nei loro fondi pensione integrativi.
Opzione Donna
Verrà estesa di un po' l'applicazione della cosiddetta Opzione Donna, cioè la possibilità per le lavoratrici di sesso femminile di andare in pensione con almeno 35 anni di contributi e 57 anni di età (per le dipendenti) o 58 anni (per le autonome). A beneficiare di questa possibilità saranno però soltanto chi ha maturato i requisiti per l'Opzione Donna entro il 31 dicembre 2015. Si tratta delle lavoratrici nate nell'ultimo trimestre del 1958 (per le dipendenti) o nell'ultimo trimestre del 1957 (per le autonome). Chi beneficia dell'Opzione Donna avrà però un assegno calcolato col poco vantaggioso metodo contributivo, cioè in proporzione ai cotributi versati nel corso della carriera.
Esodati ottava tranche
Ci sarà una ottava tranche di tutele per 30.700 esodati. Si tratta di lavoratori che negli anni scorsi sono finiti in mobilità in vista della pensione e poi sono rimasti beffati dalla Legge Fornero (che ha spostato di colpo in avanti l'età del pensionamento). Anche l'ottava tranche di esodati avrà la possibilità di mettersi a riposo con la quota 96, cioè con le vecchie regole precedenti alla Riforma Fornero (almeno 60 o 61 anni di età e 35 o 36 anni di contributi). A beneficiarne saranno migliaia di lavoratori entrati in mobilità prima del 31 dicembre 2014.
Lavori precoci e usuranti
Chi svolge mestieri usuranti (per esempio lavora di notte o nelle cave e nelle miniere) e ha versato almeno 12 mesi di contributi prima di aver compiuto 19 anni, potrà andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall'età e senza penalizzazioni. Si tratta di una finestra di uscita agevolata rispetto ai 42 anni e 10 mesi previsti dalla legge Fornero (41 anni e 10 mesi per le donne).