Pensioni e part-time, 5 cose da sapere
Come funziona il sistema inserito nella Legge di Stabilità 2016 per mettere (parzialmente) a riposo i lavoratori dipendenti del settore privato con più di 63 anni
Un part-time agevolato per chi è vicino alla pensione. È la soluzione che il governo Renzi ha inserito nella Legge di Stabilità 2016 per i lavoratori più anziani che vogliono mettersi parzialmente a riposo prima dei 66 anni e 7 mesi, cioè prima dell'età del pensionamento fissato oggi dalla legge Fornero. Ritirarsi dal lavoro senza aver raggiunto questa soglia anagrafica non sarà possibile ma, in alcuni casi, si potrà rimanere in attività con un orario part-time, senza perdere nulla sui contributi versati e con uno stipendio non molto ridotto, rispetto a quello ordinario. Ma ecco, di seguito, 5 cose da sapere su questa nuova forma di part-time agevolato.
Chi può usufruirne
Le nuove misure saranno destinate a quei lavoratori dipendenti delle aziende private (non agli autonomi né agli impiegati pubblici) che maturano il diritto alla pensione nei prossimi tre anni, con le regole della Riforma Fornero. Oggi, per esempio, si può raggiungere il pensionamento di vecchiaia a 66 anni e 7 mesi. Dunque, il part-time agevolato sarà accessibile a chi ha più di 63 anni e 7 mesi.
Accordo individuale
Il part-time agevolato prima della pensione sarà disponibile però soltanto su basi volontarie. Non sarà cioè un diritto del lavoratore ma sarà sempre subordinato a un accordo scritto tra il dipendente e l'azienda.
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Contributi in busta paga
Nonostante l'orario ridotto, l'azienda dovrà pagare al lavoratore la contribuzione piena, cioè quella che il dipendente maturerebbe con un orario full time. Questi contributi, però, non verranno versati dal datore di lavoro all'Inps ma andranno direttamente sulla busta paga.
Retribuzione più leggera
A causa dell'orario a tempo parziale, la busta paga del lavoratore sarà un po' più leggera. Tuttavia, grazie al versamento dei contributi direttamente sullo stipendio, il salario non scenderà sotto il 65-70% e rimarrà dunque ben più alto di quello percepito da un dipendente inquadrato con un normale part-time.
Nessuna perdita sulla pensione
Anche se i contributi previdenziali dell'azienda finiranno sulla busta paga e non all'Inps, il dipendente anziano che accede al part-time agevolato non perderà nulla sulla pensione. Il governo riconoscerà infatti al lavoratore una contribuzione figurativa, equivalente a quella che sarebbe maturata lavorando a tempo pieno.