Pensioni e legge Fornero: a chi spettano (e di quanto) i rimborsi
Massimo Percossi/Ansa
Economia

Pensioni e legge Fornero: a chi spettano (e di quanto) i rimborsi

Da 3500 euro in su. E' il credito che molti italiani vantano nei confronti dell'Inps, dopo che la Consulta ha bocciato i tagli del governo Monti

Le modalità dei rimborsi sono ancora tutte da stabilire. A parte i dettagli tecnici, però, una cosa resta certa: dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato il blocco delle pensioni deciso nel 2012 dal governo Monti (con la regia dell'ex-ministro del welfare Elsa Fornero), oggi ci sono milioni di italiani con i capelli bianchi che vantano un credito nei confronti dell'Inps. Si tratta di pensionati che, almeno in teoria, hanno diritto a vedersi liquidati i mancati aumenti degli assegni previdenziali che sarebbero invece maturati dal 2012 in poi, senza quella manovra appena delegittimata dalla Consulta.


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Quanti soldi entreranno dunque nelle tasche dei pensionati durante i prossimi mesi? Non è facile rispondere a questo interrogativo perché, a quanto sembra, il governo è intenzionato a rimborsare soltanto chi ha una rendita pensionistica medio-bassa, con un piano di versamenti rateali di lunghezza indefinita. Per avere un quadro generale della situazione, però, si può prendere prendere in esame qualche esempio concreto.


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Prima, tuttavia, va fatta una premessa importante: nel 2012 e 2013, è bene ricordarlo, furono bloccate soltanto le pensioni di importo superiore a 1.406 euro lordi al mese (tre volte il trattamento minimo) che corrispondevano a circa 1.200 euro al netto delle tasse. Chi percepiva un assegno più basso ha continuato invece ad avere la perequazione automatica, cioè a percepire i consueti aumenti annuali previsti dalla legge, che dipendono dall'inflazione dei 12 mesi precedenti. Per queste categorie di pensionati, dunque, non ci sarà alcun rimborso


Ma ecco, più nel dettaglio, qualche caso specifico di ciò che potrebbe accadere in futuro:


Per una pensione pari a 4 volte il trattamento minimo (1.870 euro lordi al mese e circa 1.450 euro netti nel 2012), il blocco deciso dal governo Monti ha comportato un mancato aumento compreso tra 50 e 100 euro al mese per ben 4 anni. I pensionati che rientrano in questo profilo di reddito, dunque, sono a credito con l'Inps di quasi 5mila euro (100 euro al mese per un quadriennio). Si tratta però di una cifra calcolata al lordo delle tasse. Se e quando i soldi verranno restituiti, subiranno un bel prelievo fiscale, pari all'aliquota marginale dell'irpef pagata dal contribuente (che, in questo caso, è del 27%). Al netto delle imposte, dunque, il pensionato dovrebbe in teoria ricevere un rimborso complessivo attorno a 3.500-3.600 euro (anche se non è chiaro in quante rate verranno ripartiti i pagamenti).


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Prendiamo invece il caso di una pensione un po' più alta, pari nel 2012 a 6 volte il trattamento minimo, che corrispondevano a quasi 2.900 euro lordi al mese e a poco più di 2mila euro netti. Senza i tagli decisi dal governo Monti, tali assegni avrebbero beneficiato di un aumento tra 70 e 150 euro lordi al mese per 4 anni. In questo caso, il credito vantato dai pensionati verso l'Inps ammonta a ben 6.500 euro lordi, corrispondenti a poco più di 4mila euro netti. Si tratta di un gruzzoletto ben consistente che, tuttavia, non è detto che arrivi. Come già ricordato, il governo potrebbe decidere di escludere dai rimborsi le pensioni un po' più alte.


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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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