Bitcoin, uno strumento che si presta alle frodi
Le principali banche d’affari americane mettono in guardia dall’eccessiva volatilità della criptovaluta
L'ultimo esponente della finanza che ha criticato il Bitcoin è stato Lloyd Blankfein. L’amministratore delegato di Golman Sachs, racconta il Guardian, ha etichettato il Bitcoin come un veicolo per le frodi, dichiarando: “Qualcosa che perde il 20% in poche ore non si può considerare una valuta”.
Valutazione da record
Il commento è arrivato a poche ore di distanza da un'altra sessione di trading fortemente volatile che ha fatto perdere alla criptovaluta oltre duemila dollari nel giro di 24 ore. Lo scorso mercoledì, infatti, Bitcoin aveva raggiunto il picco record da 11.395 dollari per poi scendere a quota 9000 dollari il giovedì. Lloyd Blankfein ha aggiunto che Goldman Sachs non ha bisogno di avere una strategia per trattare Bitcoin. Per giustificare l'interesse ed entrare nel portafoglio nella banca, infatti, la valuta dovrebbe diventare molto meno volatile e molto più liquida.
Trafficanti di droga, assassini e nord coreani
Anche Jamie Dimon, ceo di JP Morgan, ha usato parole critiche nei confronti del Bitcoin. Dal suo punto di vista, infatti, è uno strumento utile per “trafficanti di droga, assassini e persone che abitano in posti come la Corea del Nord”. Dimon è certo che prima o poi il Bitcoin collasserà. Sir Jon Cunliffe, vice governatore nella Banca d'Inghilterra, ha fatto notare che la valuta digitale è troppo piccola per rappresentare una minaccia sistemica all'economia globale, ma ha invitato anche gli investitori a fare i propri conti.
Le ragioni del successo
Nonostante la svalutazione subita da Bitcoin lo scorso giovedì, la valuta è scambiata a un prezzo molto più alto rispetto all'inizio del 2017, quando si attestava a quota 998 dollari. Fatto salvo altre variabili, si tratta dell’asset che ha guadagnato di più nel corso di quest’anno. Le banche e altre istituzioni finanziarie continuano a essere preoccupate dall’esordio di Bitcoin che deve la sua popolarità al crimine on-line e al riciclaggio di denaro. A differenza delle valute tradizionali, infatti, non è emesso o regolato da una banca centrale o da un governo.
Anche gli analisti di Interactive Investor, società americana di training online, concordano con le critiche e definiscono la volatilità di Bitcoin come un “fenomeno da Far West”. Il rischio, in realtà, è che proprio questa caratteristica possa attrarre investitori tradizionali che, temendo di perdere potenziali guadagni, investono senza essere pienamente consapevoli dai rischi di una moneta che non offre alcun modo logico di valutarme l'andamento.