Perché l'economia italiana preoccupa i big della finanza
Dal Wall Street Journal a Moody's il timore dello sforamento del deficit crea incertezza intorno al Paese. Ecco cosa si rischia
Non era un voce isolata quella del Wall Street Journal di pochi giorni fa che lanciava un allarme sul rischio tenuta dell'Italia, e non era difficile immaginarlo. Ora è arrivata anche l'agenzia di rating Moody's a prendere tempo e a sospendere il giudizio (rating) sul nostro Paese. Tutto rimandato alla fine di ottobre, fa sapere, quando saranno chiare le stime macroeconomiche nella Nota al Documento di Economia e Finanza, il primo firmato dal governo giallo-verde, che il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ha annunciato arriverà entro il 27 settembre. Poi a fine ottobre sarà la volta della manovra vera e propria.
Sono mesi che il nostro Paese e le incertezze politiche che lo caratterizzano sono sotto la lente dei grandi investitori, con lo spread che ha raggiunto le scorse settimane i 300 punti (oggi ha toccato quota 262) così come, di conseguenza, i rendimenti dei Btp (2,95%).
Cosa ha detto il Wall Street Journal
Ed è proprio alla luce del Def di settembre e della successiva manovra che, anche secondo il Wall Street Journal, i mercati giudicheranno se dare o meno fiducia al Paese.
Prendendo spunto dall'uscita ufficiale della Grecia dal commissariamento durato 8 anni, in un lungo articolo online il giornale ha puntato il dito sull'Italia come nuovo possibile fronte di una crisi, quella dell'euro, che poteva altrimenti dirsi archiviata. "Le scosse di mercato rivissute la scorsa settimana sul debito italiano e i nuovi attacchi contro l'establishment europeo da parte dei politici a Roma - ha scritto il quotidiano - suggeriscono che lo spettro di una destabilizzante fuga di capitali da un paese della zona euro potrebbe verificarsi di nuovo. Un primo test arriverà questo autunno, quando il nuovo governo populista italiano dovrà presentare la legge di bilancio e spiegare come coprirà le sue costose promesse agli elettori".
Cosa ha detto Moody's
Poco convinta del programma gialloverde e del suo impatto sui conti pubblici, anche Moody's aveva messo l'Italia sotto osservazione già lo scorso 25 maggio, ipotizzando un downgrade dell'attuale rating fissato a Baa2. Ora aspetterà la fine di settembre motivando la decisione con l'esigenza di disporre di una "maggiore chiarezza" sull'andamento dei conti pubblici e sul percorso delle riforme.
Sono il reddito di cittadinanza, la flat tax e la riforma della legge Fornero a costare molto e, se attuate, ad avere un impatto rischioso sulla stabilità finanziaria italiana. I dubbi di Moody's poi, riguardano anche la capacità del governo di proseguire sulla via delle riforme impostata dal 2011 in poi.
Cosa si rischia
Ciò che sta a cuore ai grandi investitori e ai mercati è che l'Italia non sfori il tetto del 3% del deficit imposto dai parametri di Maastricht come invece più voltre minacciato dai due vicepremier Salvini e Di Maio. E certo non tranquillizza il fatto che il Governo sul tema sia in piena confusione: da una parte il ministro Tria ha negato in Parlamento che ci sia questa intenzione, mentre dall'altra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, non ha escluso la possibilità con lo scopo di realizzare un grande piano sulle infrastrutture italiane.
Se così fosse secondo le principali banche d'affari - da Jp Morgan a Morgan Stanley - il rischio-Italia diventerebbe altissimo e farebbe schizzare lo spread fino a 470 punti con i rendimenti dei nostri titoli di stato alle stelle e un costo del debito pubblico molto importante.
Per saperne di più
- Il governo e l'economia (su cui si schianterà)
- Perché se aumenta lo spread ci rimettono le banche
- Perché dobbiamo preoccuparci della corsa dello spread