Perché in Italia gli stipendi sono sempre più bassi
Precariato e competenze insufficienti ci rendono il Paese fanalino di coda in Europa
L'economia in Europa va un po' meglio, ma non per tutti. Di certo è positivo constatare che i mercati hanno ricominciato a crescere e che il tasso di disoccupazione complessivo si è abbassato (a fine 2017 i lavoratori occupati nell'area Ocse erano il 61,7%), ma secondo l'ultimo rapporto pubblicato dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico la situazione non è così rosea.
Occupazione e salari
Se il tasso medio di disoccupazione è ritornato ai livelli pre-crisi, i salari nominali non sono aumentati. Il che vuol dire che chi ha trovato lavoro in realtà guadagna molto meno di prima.
A stare peggio sono, come sempre, i lavoratori con un impiego precario o a tempo parziale, per i quali il calo del salario medio è stato più netto, e lo stesso vale per coloro che sono rientrati sul mercato del lavoro da poco dopo un periodo medio-lungo di disoccupazione.
La trappola per le donne
In questi ultimi anni il divario medio annuo nel reddito da lavoro tra uomini e donne è diminuito in modo significativo, ma la parità di opportunità è ancora molto lontana.
Il rapporto Ocse ha evidenziato il divario di reddito basato sul genere nasce nella maggior parte dei casi nella prima metà della carriera delle donne. Il numero inferiore di
cambiamenti occupazionali sperimentato dalle donne nelle prime fasi della loro vita lavorativa e l'effetto delle nascite e dell'educazione dei figli sulla partecipazione delle madri al mercato di lavoro esercitano un impatto di lungo termine sulle carriere delle donne. Il lavoro a tempo parziale può evitare l'allontanamento dalla forza lavoro, ma può altresì rappresentare
una trappola per la carriera delle donne.
Politiche destinate alle famiglie, misure volte a incoraggiare i cambiamenti nei comportamenti di uomini e donne, accordi per favorire orari lavorativi flessibili per i padri e per le madri, possono svolgere un ruolo fondamentale per aiutare le donne a superare con successo le difficoltà di questa fase molto delicata della loro carriera.
Il caso dell'Italia
Il caso dell'Italia è uno dei peggiori nel contesto Ocse, non solo perché l'economia nazionale è cresciuta meno della media, ma anche perché il salari nominali non si sono limitati a rimanere bassi in conseguenza del rallentamento della produttività e della crescita di impieghi remunerati poco, ma addirittura si sono abbassati di oltre l'1 per cento, troppo rispetto a una media Ocse di +0,6 per cento.
Perché è essenziale puntare su competenze e tecnologia
Il rapporto Ocse ha evidenziato la necessità di sfruttare le opportunità legate al mondo della tecnologia, settore in cui i salari sono leggermente più alti della media.
Per riuscirci è essenziale migliorare le competenze della forza lavoro, potenziando sistemi di istruzione e di formazione di alta qualità e che offrano opportunità di apprendimento accessibili, sviluppando nello stesso tempo percorsi in grado di anticipare la domanda di competenze.