Il piano RePowerEU tra ambiente, Mosca ed investimenti. Ma i tempi sono lunghi
Il progetto per poter fare a meno del combustibile russo presentato ieri a Bruxelles è ricco di novità ed investimenti. resta, da noi, il nodo burocrazia e tempi
Come può l’Unione europea fare a meno del gas russo? Appurato che al momento le importazioni di metano da Mosca sono essenziali – secondo il vicepremier russo Novak circa la metà delle 54 società straniere che hanno contratti con Gazprom hanno aperto conti bancari in rubli, accettando quindi il nuovo sistema di pagamenti chiesto da Mosca – Bruxelles ha studiato le contromosse, con l’obiettivo di ridurre di due terzi le importazioni energetiche dalla Russia entro l'anno e azzerarle il prima possibile, probabilmente entro il 2027.
Un obiettivo condiviso dal governo italiano: per il premier Mario Draghi “le stime dell’esecutivo indicano che potremo renderci indipendenti dal gas russo nel secondo semestre del 2024", anche se "i primi effetti di questo processo di vedranno già alla fine di quest'anno". E per spiegare come questo possa essere tecnicamente possibile la Commissione europea ha svelato ieri il nuovo piano d’azione, chiamato RePowerEU, e che si basa su investimenti per quasi 300 miliardi di euro, di cui 225 verranno dai prestiti ancora non utilizzati del Recovery, e sul risparmio. Ai cittadini verrà così chiesto di tagliare il consumo di energia almeno del 5%, anche spegnendo o abbassando l'aria condizionata. “Stiamo portando la nostra ambizione a un livello ulteriore, per assicurarci di diventare indipendenti dai combustibili fossili russi il prima possibile”, ha spiegato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. “RePowerEU ci aiuterà a risparmiare più energia, ad accelerare il processo di abbandono dei combustibili fossili, e, ancora più importante, a portare gli investimenti su un’altra scala”.
Si tratta comunque di obiettivi non raggiungibili nel breve termine: tagliare i ponti con la Russia troppo rapidamente significherebbe un duro colpo per le economie del continente, e così la Commissione ha fatto sapere che i Paesi membri potranno temporaneamente estendere il loro potere di controllo dei prezzi per proteggere aziende e consumatori dai rincari, e anche effettuare acquisti congiunti di gas. “Fino a che la Russia continuerà con la sua guerra in Ucraina dobbiamo prevedere la possibilità di interruzioni delle forniture di gas, con un conseguente impatto sulle misure di solidarietà e possibili interventi sul fronte dei prezzi”, ha spiegato il commissario all’Energia Kadri Simson.
Per rendersi indipendente dalla Russia l’Europa punta moltissimo sulle energie rinnovabili, sulla base del principio - espresso anche dal segretario Usa Janet Yellen – che “nessuno può controllare il sole e il vento", nemmeno Vladimir Putin. Il piano RePowerEU prevede quindi che al 2030 l’obiettivo relativo alle rinnovabili passi al 45% dal 40% attuale, e l'obiettivo di efficienza energetica al 13%, quattro punti in più rispetto al target attuale del 9%. Raddoppia invece l'obiettivo della capacità di energia solare fotovoltaica installata nell'Ue, a 600 gigawatt entro il 2030. Nel dettaglio, i progetti per le rinnovabili dovrebbero diventare di "prevalente interesse pubblico" per legge, con Bruxelles che chiede agli Stati membri di dare nuova prova di unità e lavorare insieme alla rilevazione delle aree più idonee a nuove installazioni. Le procedure di 'permitting', spesso fatte di lungaggini e ritardi, sarebbero così accelerate: per gli impianti eolici o solari nuovi si parla di un anno al massimo, per la rigenerazione di progetti già esistenti i tempi si abbassano a sei mesi. Il tutto grazie a un lavoro di autorizzazione con relativa valutazione di impatto ambientale che verrebbe condotto non dal singolo sviluppatore ma a livello macro per l'intera area. RePowerEU introduce per i cittadini anche l'obbligo graduale di installare pannelli fotovoltaici sui tetti di tutti i nuovi edifici commerciali e quelli pubblici con area utile sopra i 250 metri quadri dal 2025 e dal 2026 anche per gli edifici già esistenti. Dal 2029 scatterà invece l'obbligo invece per tutti i nuovi edifici residenziali.