Il pil italiano sopra la media Ue anche nel 2024 e c'è chi parla di economia in crisi
Bruxelles rivede al rialzo le stime sul pil del prossimo anno del nostro paese che resta sopra le media della comunità, alla faccia di chi vede tutto nero da noi e tutto d'oro attorno
La Commissione europea rivede le previsioni economiche, prevedendo un Pil italiano per il 2023 allo 0,7%. Il dato viene rivisto al ribasso rispetto alle precedenti stime che lo vedevano allo 0,9% e anche rispetto a quanto previsto nel Documento programmatico della legge di Bilancio (0,8%). Ieri lo stesso ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in sede di audizione aveva spiegato come “se la stima preliminare relativa al terzo trimestre dovesse essere confermata, l’obiettivo di crescita per l’anno in corso contenuto nel Documento programmatico di Bilancio (0,8%) potrebbe essere soggetto ad una - sia pure contenuta - correzione al ribasso. Allo stato, risulta trascurabile l’impatto sulla crescita del 2024”. Previsione confermata oggi dalla stessa Commissione Ue. Per il 2024 è stata invece stimata una crescita dallo 0,8 allo 0,9%. Dato influenzato dalle dinamiche dell’inflazione che la vedono al 2,7% nel 2024 (stime precedenti 2,9%), per poi arrivare allo 2,3% nel 2025.
Spostando il focus a livello di Unione europea la Commissione ha previsto per il 2023 una crescita dello 0,6%. L’Italia si posiziona dunque al di sopra della media Ue anche in un anno caratterizzato dal prosieguo della guerra in Ucraina, l’inizio del conflitto tra Israele e Hamas e le persistenti tensioni sui mercati energetici che continuano a presentare vulnerabilità. "Nuove interruzioni delle forniture energetiche potrebbero potenzialmente avere un impatto significativo sui prezzi dell'energia, sulla produzione globale e sul livello generale dei prezzi", ha aggiunto il commissario Ue all'Economia, Paolo Gentiloni, presentando le previsioni economiche di autunno. A queste si aggiungono anche sfide squisitamente economiche come la crescente frammentazione dell’economia, evidenziata nell’ultimo report del Fondo Monetario Internazionale, e le politiche economiche anti frazioni particolarmente stringenti delle varie banche centrali, che non hanno aiutato la crescita. Il commissario Ue ha poi ricordato come anche gli “sviluppi economici nei principali partner commerciali dell'Ue, in particolare la Cina, comportano rischi" per l'economia dell'Unione europea.
In questo contesto di non facile gestione l’Italia è riuscita a mantenere una crescita costante nel 2023 che si prevede di aumentarla l’anno prossimo. Un risultato positivo, se si pensa che il rapporto della Commissione Ue, sullo stato dell’economia, evidenzia come nel 2023 su 27 stati membri 10, tra cui la Germania, registrano una contrazione del Pil: si va dall’Estonia con un -2,6% alla Germania con un - 0,3%. Dati che dunque posizionano l’Italia nella metà virtuosa dell’Ue. Aspetto di non poco conto visto che il nostro è sempre considerato il fanalino di coda dell’Ue. Dinamica che però evidentemente non basta alle opposizioni, che continuano a criticare il governo e l'assenza in legge di Bilancio di investimenti per la crescita. Aspetto spiegato in audizione ieri dal ministro dell’Economia che ha sottolineato come questa Manovra deve essere letta in combinato con il Pnrr e le relative misure a favore delle imprese. Il Piano di ripresa e resilienza rappresenta senza dubbio un aspetto fondamentale per mantenere costanti le prospettive di crescita dell’Italia. “Utilizzando i nostri modelli abbiamo calcolato un impatto potenziale dello 0,5% di crescita all'anno proveniente dagli investimenti del Pnrr, senza calcolare le riforme", ha sottolineato Gentiloni, rispondendo ad una domanda sull'Italia, ricordando che settimana prossima la Commissione valuterà i progetti di bilancio di tutti gli Stati membri.