Pir, cosa sono e come funzionano i piani individuali di risparmio
Da quest'anno è nata una nuova forma di investimento creata per dare sostegno alle imprese italiane
Una sigla di tre lettere, Pir, che significa piani individuali di risparmio. E' la novità che ha debuttato in Italia a oartire dal 1° gennaio scorso
PER APPROFONDIRE:
- Leggi anche: Pir, chi li offre sul mercato
- Leggi anche: tutti i rischi (e i costi) dei pir
- Leggi anche: Pir, come funziona la tassazione
Si tratta di una nuova forma di investimento a medio termine, che nasce per dare sostegno all'economia italiana e far sì che il risparmio delle famiglie vada a sostegno delle imprese nazionali, in particolare quelle di piccole e medie dimensioni. Per chi tiene i soldi investiti nei pir per almeno 5 anni, sono previste notevoli agevolazioni fiscali, con l'azzeramento totale delle imposte sui rendimenti ottenuti. Ma ecco, di seguito, una panoramica su come funzionano questi nuovi piani di risparmio (CLICCA SU AVANTI O SWIPE SUL TELEFONINO).
Cosa sono i Pir
Sono piani di risparmio individuali con cui è possibile investire in un'ampia gamma di strumenti finanziari: azioni, obbligazioni, conti correnti oppure fondi comuni.
Chi può farli
I pir sono riservati alle persone fisiche. Non possono essere dunque sottoscritti dalle persone giuridiche come le aziende. Ogni singolo investitore può sottoscrivere un solo piano di risparmio.
Dove investono
I pir sono fatti per spingere il risparmio delle famiglie verso il sostegno dell'economia nazionale. Almeno il 70% del portafoglio deve essere destinato a strumenti finanziari (azioni e obbligazioni) emesse da imprese italiane oppure da aziende europee, purché abbiano una stabile organizzazione in Italia. Il restante 30% può essere destinato invece a qualsiasi altro strumento finanziario (compresi i conti correnti e i depositi bancari).
Sostegno alle pmi
I piani individuali di risparmio sono inoltre architettati per dare sostegno alle piccole e medie imprese (pmi). E' infatti previsto che almeno il 21% del portafoglio (cioè il 30% di quel 70% destinato alle aziende nazionali) sia investito da strumenti finanziari emessi da imprese diverse rispetto a quelle incluse nell'indice di borsa Ftse Mib. Grazie a questo regolamento, le risorse dei pir si indirizzeranno su aziende di dimensioni minori come per esempio quelle quotate sul segmento Star o sul mercato Aim.
Portafoglio diversificato
Per creare un portafoglio diversificato, chi gestisce i pir non può destinare più del 10% del portafoglio a strumenti finanziari emessi dallo stesso emittente.
Taglie medio-piccole
I pir saranno destinati prevalentemente ai piccoli investitori. Non sarà possibile investire in questi piani di risparmio una somma maggiore di 30mila euro all'anno e,complessivamente, non più di 150mila euro.
Durata minima
I pir devono avere una durata minima di 5 anni. Riscattare i soldi prima della fine del quinquennio è possibile ma, chi lo fa, subisce una penalizzazione dal punto di vista fiscale, cioè una tassazione maggiore.
Tassazione agevolata
Chi tiene i soldi investito nei pir per almeno 5 anni non subisce alcuna tassazione sui rendimenti ottenuti. Chi riscatta i soldi prima, deve pagare le imposte sulle rendite finanziarie (aliquota del 26%) anche per gli anni precedenti , maggiorate anche degli interessi.
Chi li offre sul mercato
Tra le società di gestione italiane, è iniziata una corsa a proporre i pir. Anima, Arca, Pioneer, Eurizon Capital (Intesa Sanpaolo) , Fia Asset Management e Zenit già oggi offrono ai loro clienti un proprio pir. Altre società come Mediolanum, Azimut o Banca Generali hanno invece dichiarato l'intenzione di entrare presto in partita, lanciando un piano individuale di risparmio entro la fine della primavera o al massimo entro l'estate.