La previsione di Berlusconi: il governo gialloverde si schianterà sull'economia
Lo spread si innalzerà e, come capitò nel 2011 al Cav, la strategia dei poteri forti affosserà Salvini e Di Maio, che si troveranno divisi. Ma il leader forzista non considera una cosa: il Potere è un efficace collante
Non sono in pochi quelli che scommettono sull'esplosione del governo in autunno. La sceneggiatura vagheggiata è di quelle che già si sono viste in questo Paese: l'economia rallenterà ulteriormente, l'Europa chiederà il rispetto dei parametri, Matteo Salvini e Luigi Di Maio tenteranno di far partire in qualche modo flat tax e reddito di cittadinanza, i mercati cominceranno a speculare e lo spread si innalzerà. Risultato: leghisti e grillini non troveranno una ricetta comune per far fronte alla crisi e si rimbalzeranno le responsabilità fino alla rottura.
Le convinzioni di Renzi, i timori dei leghisti
Renato Brunetta ne è talmente convinto che ripete questa previsione tre volte al giorno. Matteo Renzi lo immaginava tempo fa, persuaso che quello che ci avrebbe rimesso di più, perché legato ai ceti produttivi del Nord, sarebbe stato Salvini: "Sarà il primo che si sfracellerà sul muro della realtà".
E pure nella Lega c'è chi è preoccupato. Il sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Giancarlo Giorgetti, non nasconde i suoi timori: "Sarà un autunno caldo". Mentre Massimiliano Romeo, capogruppo del Carroccio al Senato, rivive alcuni momenti del passato. "Già vedo i mercati fare le bizze in agosto" osserva "visto che d'estate, con i movimenti molto ridotti, ci vuole poco a far salire lo spread. La solita strategia dei poteri forti, quella con cui hanno fatto fuori Silvio Berlusconi. Ma noi non siamo il Cavaliere".
La previsione di Berlusconi
Appunto, la memoria torna naturalmente al 2011. Proprio per questo la previsione che più dovrebbe far riflettere è quella di Berlusconi, la vittima designata di sette anni fa, che certi processi li conosce bene. "Penso" è l'analisi che l'ex premier ripete a chi lo sente in questi giorni "che alla fine questo governo salterà. La situazione economica purtroppo peggiorerà, si farà difficile se non drammatica, e a quel punto le contraddizioni di questa maggioranza verranno fuori. Il governo non riuscirà a far fronte non solo ai problemi di migliaia di persone che perderanno il lavoro per il cosiddetto Decreto dignità di Di Maio, ma ai problemi di tutti gli italiani. Che se non avranno perso del tutto il senno, come hanno fatto nelle elezioni del 4 marzo, gli volteranno le spalle".
Proprio perché dà per molto probabile nei prossimi mesi la crisi della maggioranza di governo, il Cav sarebbe stato ben contento di risparmiarsi lo scontro con Salvini sulla Rai. "I miei" si è confidato con più di qualcuno "mi hanno fatto fare questa menata. Ma, secondo me, sarebbe stato meglio evitare lo scontro sulla nomina di Marcello Foa alla presidenza della Rai, cioè su un incarico che nei fatti non conta nulla. Solo che Salvini si è dimostrato più arrogante, meno disponibile del solito. E questo è stato un problema. Per cui i miei mi hanno chiesto di dare un segnale, minacciando divorzi e dimissioni, e io ho dovuto accontentarli. Ora vediamo come si potrà rimediare. Troveremo un modo. Questa vicenda, però, è un'ulteriore dimostrazione che, anche se vorrei tanto occuparmi d'altro, sono l'unico che tiene unito il centrodestra. E senza di me Forza Italia rischia di andare al 2-3 per cento".
Perché il Cav vuole buoni rapporti con Salvini
Dunque, anche se l'atteggiamento "arrogante" di Salvini non gli piace, in questo momento il Cav preferirebbe mantenere buoni rapporti con lui: in fondo, se in autunno le nubi sull'economia italiana si addenseranno minacciose, l'ipotesi di un cambio di maggioranza, con la nascita di un governo appoggiato dall'intero centrodestra, potrebbe essere una delle opzioni in campo per fronteggiare la "crisi". E Berlusconi non vuole che "i cattivi rapporti" con l'insidioso alleato sbarrino la strada a questa ipotesi.
"Io non penso" ammette il presidente dei deputati di Forza Italia, Mariastella Gelmini "che una maggioranza come l'attuale, che si divide sulle grandi infrastrutture da fare, che vota il Decreto dignità di Di Maio indigeribile per l'elettorato leghista, che ha due politiche economiche agli antipodi, sarà capace di fronteggiare una fase economica sempre più difficile".
Ragionamenti che hanno un senso. Resta, però, un problema: il principale collante di questa maggioranza è il Potere. Un collante, che, come dimostra la storia della Prima, della Seconda e della Terza Repubblica, è estremamente efficace.
(Articolo pubblicato sul n° 34 di Panorama in edicola dal 9 agosto con il titolo "La previsione di Berlusconi: questo governo si schianterà sull'economia")