Il ruolo dei professionisti di consulenza alle imprese in questa crisi
Qual è il ruolo del ceto professionale nelle crisi di impresa? Avvocati, commercialisti, notai si occupano solo di fornire servizi professionali o il loro è anche un ruolo di interesse pubblico? Ne abbiamo parlato con Massimo De Dominicis, socio fondatore di DDP & Partners, studio associato di Milano specializzato in consulenza alle imprese, in particolare per quanto riguarda ristrutturazioni aziendali, fusioni e acquisizioni e altre operazioni straordinarie.
Qual è il ruolo dei professionisti nelle crisi d'impresa?
Tutte le operazioni legate alle crisi d'impresa e alla loro soluzione per il tramite degli istituti giuridici come quelli previsti dalla legge fallimentare – in particolare gli articoli 67, 182 bis e 186 bis – necessitano di un grande supporto da parte dei professionisti, in particolare di tre categorie:
- l'attestatore, obbligatorio ex lege, che deve verificare la veridicità dei dati del piano di ristrutturazione e fornire una prognosi di ragionevole fattibilità del piano;
- l'advisor finanziario, soggetto che aiuta la società a redigere il piano di ristrutturazione e a gestire le negoziazioni con i creditori finanziari;
- l'advisor legale, che predispone i contratti e gli accordi presi con i creditori fino ad arrivare alla domanda di concordato in caso di concordato preventivo.
A queste figure si possono aggiungere, in caso di necessità, gli specialisti in diritto del lavoro, se sono in corso trattative con i sindacati o licenziamenti, o gli specialisti in materia fiscale se ci sono questioni importanti legate a questo tema, o proposte di transazione fiscale. A seconda delle dimensione della società si ricorre a queste figure con maggiore o minore intensità: questi professionisti forniscono un apporto fondamentale e rappresentano anche un costo molto importante.
Si tratta quindi di un mercato?
Sotto il profilo oggettivo è senza dubbio un mercato: tutti gli studi di un certo livello hanno una parte dedicata a questo genere di operazioni. Dopodiché l'approccio di ciascun professionista può tenere o meno presente l'interesse pubblico. Questi professionisti di fatto hanno in mano le sorti di gran parte dell'economia italiana: le operazioni di ristrutturazione o concordato preventivo riguardano una percentuale notevole di aziende, e in tanti casi consentono di evitare il fallimento. Ogni singola operazione di questo tipo richiede l'apporto di questi professionisti, la cui qualità è determinante per la riuscita della ristrutturazione. Se queste aziende non ricevono un'assistenza corretta nel rispetto delle norme di legge possono andare verso il fallimento. È quindi chiaro che l'approccio dei professionisti a queste operazioni influisce molto sul tessuto economico nazionale. Se cercano solo il massimo profitto i professionisti non rendono un gran servizio alle imprese: quando si lavora per salvare un ceto imprenditoriale, l'interesse economico si sposa con il ruolo pubblico.
È quindi un ruolo che va oltre l'interesse privato del singolo…
Tutti questi incarichi sono privatistici, ma l'effetto positivo di una buona prestazione professionale si riverbera sull'intero tessuto industriale. Se il professionista non guarda solo alla massimizzazione del suo profitto può dare un buon contributo alla ripresa economica. Si tratta di ruoli di prima linea per la ripresa delle aziende. È come quando la nave entra in porto e il capitano cede il timone al comandante del porto: se i professionisti agiscono bene non sono solo un costo ma un aiuto. Serve trovare il giusto trade off. Se si presta attenzione si può dare un contributo all'azienda e all'interesse pubblico senza per questo rinunciare al giusto guadagno.
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