Quota 104: ecco chi verrebbe più penalizzato
A Palazzo Chigi si ragiona sul modo in cui superare Quota 100, ma la proposta del Ministro Franco potrebbe penalizzare più di una categoria di lavoratori
Superare Quota 100 in maniera graduale e senza strappi nella maggioranza è la sfida più difficile che Palazzo Chigi deve affrontare nell'immediato futuro. Lo sa bene il Presidente del Consiglio Mario Draghi che ha dichiarato "Il tema delle pensioni è oggetto di discussione nella manovra che presenteremo la prossima settimana. Io ho sempre detto che non condivido Quota 100, che non verrà rinnovata. Ora occorre assicurare gradualità nel passaggio alla normalità ed è questo l'oggetto della discussione".
Draghi ha poi assicurato "Quota 100 non verrà rinnovata, ma occorre essere graduali nell'applicazione".
Dichiarazioni che vorrebbero smonzare la tensione nella maggioranza sul nodo delle pensioni. La proposta fatta dal ministro dell'economia Daniele Franco è, infatti, più rigida del previsto e, sebbene ancora non formalizzata, apre scenari che mettono in difficoltà i lavoratori che oggi hanno 50 o 60 anni. Il motivo è presto detto.
Chi verrebbe penalizzato
Franco propone, per il superamento di Quota 100, un doppio scalone con l'istituzione di Quota 102 nel 2022 e di Quota 104 nel 2023. Inoltre non si ragiona sull'ampliamento delle coperture dei lavori gravosi e sulla proroga di opzione donna.
Con questo schema, il primo anno, con quota 102 potrebbero andare in pensione anticipata solo poche decine di migliaia di lavoratori e verrebbeoo fortemente penalizzati i lavoratori che oggi hanno 61-62 anni d'età e 37 di contributi.
Questa fascia di contribuenti, se Quota 100 (62 + 38) fosse stata prorogata nel 2022, sarebbe potuta andare in pensione anticipata l'anno prossimo. Invece, con Quota 102 (64+38) nel 2022 e Quota 104 (66+38) nel 2023 non potrebbero più andare in pensione anticipata e dovrebbero aspettare fino al 2026 per raggiungere la normale pensione di vecchiaia o di anzianità.
In pratica si creerebbe un limbo che farebbe sì che coloro che hanno 61, 62 anni debbano rimanere nel mercato del lavoro per altri 5 anni senza possibilità di usufruire di alcuna forma di pensionamento anticipato.
Tensione nella maggioranza
Questo irrigidimento delle posizioni di Palazzo Chigi ha fatto fare un salto sulla sedia a diversi alleati con, soprattutto la Lega, pronta a dare battaglia sul tema pensioni. Adesso il ragionamento sarebbe quello di spalmare la proposta di Franco su un arco di almeno tre-quattro anni. Si partirebbe cioè con Quota 102, per passare l'anno successivo o due anni dopo a 103 e così via fino a 104. Oppure, in una versione ancora più soft, si partirebbe l'anno prossimo da Quota 101 (63+38) anziché 102.
Il nodo delle coperture
Tutto ciò comporterebbe un aumento dello stanziamento di circa 1,5 miliardi perché andrebbero in pensione anticipata più lavoratori. Soldi che non possono saltare fuori dal nulla ma che dovrebbero arrivare da tagli ad altri stanziamenti già approvati. E a questo punto si alzano le barricate: i 5 Stelle hanno già fatto sapere che non se ne parla di ridurre i fondi per il Reddito di cittadinanza, come vorrebbe la Lega.
Un sistema che non piace alle donne
Il sistema delle quote, inoltre, non piace a tutti e penalizza le donne, come ricorda per Leu la sottosegretaria Maria Cecilia Guerra. "L'ipotesi prospettata - ha spiegato - è di un rientro graduale da Quota 100 alla situazione Fornero. Adottare dei sistemi di 'quota' anche io penso non sia una scelta giusta, perché le quote creano una deformità di genere molto forte, favoriscono gli uomini rispetto alle donne, richiedono una carriera contributiva lunga e costante, cosa che spesso le donne, dedicate al lavoro di cura e ai figli, non possono avere".