Recessione finita? Ora serve la produttività
Economia

Recessione finita? Ora serve la produttività

Solo allora potremo dire di essere fuori dalla crisi

Si moltiplicano segni di un rafforzamento della crescita nelle economie avanzate. Questo vale soprattutto per gli Stati Uniti, mentre il quadro dei paesi europei è più variegato. I paesi emergenti continuano a registrare tassi di crescita più elevati ma che non sono così sostenuti come negli anni passati. La ripresa è attesa con particolare ansia in Italia dove la durata della recessione sta per toccare i due anni, un record negativo per il periodo del dopoguerra.

Purtroppo la crescita, attesa entro la fine del 2013, ancora non si vede nei dati del Pil, ma indicatori anticipatori, come quelli appena rilasciati dall’Ocse, mostrano che si sta avvicinando nel nostro Paese il punto di svolta del ciclo, e cioè che presto il Pil smetterà di calare e ricomincerà ad aumentare. La tendenza si dovrebbe rafforzare nel 2014. Quanto affidamento si puo fare su una effettiva uscita dalla crisi? Proviamo a metter assieme alcuni dati.

Il primo riguarda, come detto, la crescita negli Usa dove, malgrado risultati inferiori alle attese sulla creazione di posti di lavoro, tutte le componenti della domanda si stanno rafforzando, il mercato edilizio è in ripresa, e sembra superata quella fase di incertezza che si traduceva in una elevata «preferenza per la liquidità » delle imprese che si astenevano dall’investire. Oggi questa fase sembra passata, tanto che la Fed sta considerando tempi e modi per la riduzione (non la sua sospensione però) del sostegno all’economia. Le economie emergenti crescono a velocità diverse e in alcuni casi sembrano emergere segni «di affaticamento strutturale» e cioè di un passaggio a una fase di crescita piu debole.

In Europa la Germania riprende slancio, meno la Francia dove la necessità di completare il consolidamento fiscale e carenze strutturali suggeriscono la possibilità di una crescita molto moderata anche nei prossimi trimestri. In generale una domanda mondiale che si irrobustisce, sia pure lentamente, è una buona notizia per l’Italia perché le esportazioni sono e continueranno a essere il motore principale della ripresa per qualche trimestre almeno. E questo è vero anche per altri paesi del Sud della zona euro. Per tutti questi paesi è quindi indispensabile accrescere la competitività per approfittare al meglio della ripresa. Per l’Italia significa invertire la tendenza del calo della produttività che va avanti da quasi due decenni. Ben prima dello scoppio della crisi. Allora saremo veramente fuori dalla crisi

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Pier Carlo Padoan

Pier Carlo Padoan oggi è capo economista e vicedirettore generale dell'Ocse. È stato professore di Economia presso l'Università La Sapienza di Roma e direttore della Fondazione Italianieuropei. Dal 2001 al 2005, inoltre, ha ricoperto l'incarico di Direttore esecutivo per l'Italia del Fondo monetario internazionale con responsabilità su Grecia, Portogallo, San Marino, Albania e Timor Est.

Dal 1998 al 2001 è stato consulente economico per i primi ministri italiani Massimo D'Alema e Giuliano Amato.
Inoltre, ha ricoperto incarichi di consulenza per la Banca mondiale, la Commissione Europea e la Banca centrale europea.

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