Il referendum sull'Euro? 'Un'idiozia'
Enzo Cannizzaro, ordinario di diritto Ue, spiega perché votare per restare o meno con l'euro è impossibile
La crisi: responsabilità italiana o europea? La campagna elettorale in corso nel nostro Paese mostra come sempre più spesso la politica nazionale ne addossi le responsabilità sull’Unione europea. Mentre il presidente del consiglio Mario Monti propone un summit a Roma contro la dis-integrazione, si fanno sempre più trasversali tra gli schieramenti gli inviti ad un referendum sull’Euro. “Un’idiozia totale” taglia subito corto Enzo Cannizzaro, ordinario di diritto dell’Unione Europea presso l’Università La Sapienza di Roma. “Sia dal punto di vista giuridico sia da quello della politica europea. Non si può fare: questo tipo di referendum non è previsto dall’art. 75 della nostra Costituzione che, al contrario, lo vieta esplicitamente”.
In che modo?
L’art. 75 della Costituzione prevede solo referendum abrogativi di una legge e in questo caso non esiste una norma specifica che introduca la moneta Euro in Italia. Esiste infatti solo un trattato istitutivo dell’Unione Europea per cui, pur volendo ipotizzare l’assurdo, occorrerebbe indire un referendum sulla legge esecutiva del trattato istitutivo dell’Unione. Dal momento che non è possibile abrogare singoli articoli, inoltre, con questo referendum cadrebbe l’intero trattato che fonda l’Unione Europea.
Usciremmo dall’Europa e dal mercato unico, quindi...
Esattamente. Coloro che invece propongono un referendum consultivo mentono spudoratamente poiché l’ordinamento non prevede referendum consultivi né approvativi, che risulterebbero quindi inevitabilmente incostituzionali. In più, l’art.75 specifica che leggi di ratifica e istituzione di trattati internazionali non possono essere oggetto di referendum.
Un pasticcio, insomma...
Costituzionalmente sì perché sempre lo stesso articolo vieta anche che siano sottoposte a consultazione referendaria leggi tributarie e di bilancio. Non si può votare con un referendum una legge finanziaria, quale mi verrebbe da dire è quella istitutiva della moneta unica.
Il trattato non prevede quindi la possibilità dell’uscita dall’Euro.
No. Quando si dice “la Grecia esce dall’Euro” si dà voce a qualcosa di irrealizzabile. Occorrerebbe infatti mettere in essere un complesso processo in deroga al trattato.
Ci sono altri paesi che potrebbero recarsi alle urne per prendere una decisione di questo tipo?
In molti paesi esiste il referendum approvativo. Anche in quel caso però i trattati si approvano in blocco, come da noi si abrogano in blocco.
Quindi altri paesi danno ai cittadini più chances di decidere direttamente in queste materie?
In qualche modo si, ma è interessante notare che in tutti i casi in cui un trattato internazionale è stato sottoposto a referendum o altri tipi di consultazione popolare è stato bocciato o approvato con scarto minimo nonostante fosse appoggiato a larghissima maggioranza dai parlamenti.
Cosa significa questo?
Che l’integrazione europea sta a cuore alle élite più che al popolo. Questo fenomeno diventa evidente quando - come ora - il vento tira in direzione contraria, tutti usano l’argomento dell’ Euro in modo populistico per aumentare il consenso che vacilla.