Renzi vuole chiudere Equitalia: ecco come sarà il fisco italiano
L’ipotesi più plausibile prevede l’accorpamento dell’ente di riscossione all’Agenzia delle entrate. Ma ci sono alcuni dubbi
La volontà del presidente del Consiglio Matteo Renzi di voler chiudere Equitalia entro quest’anno, ribadita ancora stamattina nel corso di un’intervista radiofonica, non è certo una novità. Fin dal suo insediamento a Palazzo Chigi infatti, cioè ormai più di due anni fa, il nuovo premier annunciò l’intenzione di voler riformare profondamente il rapporto tra fisco e contribuenti, prevedendo tra le altre cose, proprio una revisione dell’ente di riscossione. Ma che tipo di amministrazione fiscale dobbiamo immaginarci dunque per il futuro, una volta che avrà chiuso i battenti l’attuale Equitalia?
Equitalia, abolirla o riformarla?
Lo abbiamo chiesto a un esperto, il prof. Alessandro Santoro, docente di Scienze delle Finanze presso l’Università Bicocca di Milano. “Lo scenario più plausibile che si può immaginare – spiega Santoro - è quello che Equitalia confluisca nell’Agenzia delle entrate. In questa maniera tra l’altro ci metteremmo in linea con la maggior parte dei Paesi avanzati, nei quali solitamente l’ente che ha il compito di imporre le tasse, è lo stesso che poi si occupa della loro riscossione. Due funzioni che invece noi abbiamo deciso di affidare a due soggetti diversi”. Una scelta che nel corso degli anni evidentemente non deve aver convinto la nostra classe politica che da tempo ormai parla della necessità di rivedere questo modello. “Spesso però i politici – continua Santoro – non valutano in maniera adeguata quali possano essere le conseguenze di una tale riforma. Anche solo il fatto di accorpare Agenzia delle entrate ed Equitalia, porta con sé una serie di problemi non da poco”.
Addio Equitalia? L’alternativa per molti sarà pagare di più
Il primo, fa rilevare Santoro, è che l’ente di riscossione, tecnicamente, è una società per azioni, partecipata al 51% dalla stessa Agenzia delle entrate, e al 49% dall’Inps. “E proprio per quest’ultima – fa notare l’esperto della Bicocca – provvede a fare riscossione di contributi previdenziali. Nel caso dunque Equitalia finisse dentro l’Agenzia delle entrate, è ovvio che dovrebbe spogliarsi di questa funzione, che dovrebbe tornare all’Inps per essere gestita in altro modo”. E se si pensa che nel 2015 Equitalia ha recuperato proprio per conto del nostro ente previdenziale qualcosa come 2,3 miliardi di euro, ci si rende accorge della portata di un tale problema. Senza considerare poi, che Equitalia svolge le proprie funzioni esattoriali anche per conto di amministrazioni locali quali Comuni, Regioni e Camere di commercio, che a loro volta, dovrebbero quindi rivedere il proprio modello di riscossione.
“Da non sottovalutare – prosegue Santoro – c’è poi anche il nodo dell’assorbimento dei dipendenti di Equitalia. Stiamo parlando di circa 7mila addetti, per i quali bisognerebbe immaginare una nuova collocazione all’interno dell’organigramma dell’Agenzia delle entrate”. Anche questo dunque sarebbe un ostacolo da superare di non poco conto. Ma d’altronde, le opzioni in campo alternative alla fusione tra Equitalia e Agenzia delle entrate, non sarebbero molto praticabili. “Pensare di spacchettare Equitalia, mettendola sotto l’egida diretta del ministero dell’Economia, mi sembrerebbe poco ortodosso, sia da un punto di vista funzionale, e soprattutto per ragioni politiche: qualsiasi lamentela verso l’ente di riscossione, diventerebbe una lamentale diretta verso il governo. Una circostanza difficilmente accettabile da qualsiasi politico”.
Equitalia quasi quasi è meglio per la riscossione dei tributi
L’unica vera altra alternativa, sarebbe dunque quella di perseverare nell’attuale nostro modello, che prevede dunque un’agenzia di riscossione separata da quella che svolge il ruolo impositivo. “Il problema però – chiosa Santoro -, è che per continuare a fare questo ci vogliono competenze e poteri. Le prime, in linea di massima ci sono all’interno di Equitalia, sui secondi invece ci sono forti dubbi. Le ultime mini-riforme fiscali infatti, hanno contribuito non poco ad attenuare la capacità operativa di Equitalia e dunque bisogna mettersi d’accordo: o la si fa funzionare come si deve, oppure poi non possiamo lamentarci di essere uno dei paesi avanzati con la più alta evasione fiscale”. Un bel dilemma dunque sul quale dovrà riflettere bene il presidente Renzi, anche perché, considerando l’imminente periodo estivo, i mesi a disposizione per trovare una soluzione al futuro di Equitalia prima della fine dell’anno, saranno ben pochi.