Se arriva la ripresa ci rimettiamo a viaggiare
La Coop ha chiesto ai clienti come si comporteranno se continua la crisi o se l’economia riparte. Vacanze e abiti in testa ai desideri
Sarà il 2014 l’anno della fine del calo dei consumi? E soprattutto, cosa taglieranno ancora e cosa no gli italiani? Per avere indicazioni concrete Coop Italia, leader della grande distribuzione (oltre 13 miliardi di fatturato), ai primi di gennaio, tramite la società di ricerche Kkienn, ha interpellato un campione rappresentativo di 2.164 clienti. E lo ha fatto ipotizzando due scenari: stato attuale di crisi ed eventuale ripresa.
Risultato? Nel caso della ripresa, ripartirebbero viaggi e abbigliamento. Se invece permane la situazione di stallo, solo alle voci manutenzione della casa (14 per cento) e cene in casa con amici (9) il partito di chi spenderà di più vince di poco o pareggia su quello costretto a tagli ulteriori (rispettivamente 13 e 9). "Anche i nostri primi dati di vendita confermano che il trend permane negativo" dice il presidente di Coop Marco Pedroni, che in queste settimane sta mettendo a punto le mosse per i prossimi mesi. "L’obiettivo è offrire prodotti buoni e sicuri per tutti, dove per tutti significa convenienti" spiega Pedroni. "Così, oltre a dialogare con l’industria di marca per fissare nuove politiche di vendita, a partire dalla primavera amplieremo l’offerta e ridurremo i prezzi dei prodotti a marchio Coop mentre per gli ipermercati, molto presenti nelle aree disagiate del Sud, stiamo sperimentando nuovi assortimenti nel non alimentare con prezzi di base molto aggressivi".
Ma alla Coop stanno valutando con interesse anche come cambierebbero le cose al momento della ripresa. Dalla ricerca per esempio emerge che proprio i consumi più sacrificati, come viaggi, abiti e accessori, prodotti alimentari di qualità saranno in futuro in testa alla shopping list generale. Di più. Disaggregando i risultati per età, area geografica e reddito, risulta che a tirare la ripresa dei consumi sarebbero proprio le categorie in cui sono state più diffuse le rinunce: dai giovani (pronti a spendere soprattutto in viaggi, socialità e tecnologie) ai ceti dai redditi medio-bassi fino ai consumatori del sud, ansiosi di riscossa in tema di vacanze, abiti, cura di sé, alimentari di qualità, e perché no, anche risparmi.