Ritardi dei pagamenti dello Stato: nulla è cambiato
Secondo la Ragioneria generale ci sarebbero arretrati per circa 42 miliardi di euro. E ora l’Italia rischia un nuovo richiamo dalla UE
La pubblica amministrazione italiana continua a non pagare regolarmente le imprese private che lavorano per lei. In particolare, sono gli enti locali ad essere maggiormente nell’occhio del ciclone per un modus operandi che rischia nuovamente di far finire l’Italia sotto i riflettori della Commissione europea. Sembra infatti che siano serviti a poco gli sforzi messi in campo in questi ultimi tre anni, che pure hanno ridotto considerevolmente l’ammontare di un arretrato che in passato era stato stimato addirittura in 100 miliardi di euro.
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Tempi di pagamento
Tutta colpa dei ritardi con cui vengono saldate le fatture emesse dalle aziende private. Anche su questo fronte si è partiti da tempistiche drammatiche, dell’ordine di 170-180 giorni per una liquidazione, con punte in alcuni settori, come ad esempio quello edile, anche di 210 giorni. Proprio per spezzare questa catena infernale, ci fu un intervento deciso dell’Unione europea, che intimò all’Italia di mettersi in regola, rispettando le scadenze di tutti gli altri Paesi, nei quali i pagamenti vengono saldati regolarmente a 30 giorni, salvo casi eccezionali per i quali tale limite sale a 60 giorni.
Uno sforzo ancora insufficiente
Partì una vera e propria procedura di infrazione, che scatenò anche qualche polemica politica visto che a sottoscrivere il provvedimento fu nientemeno che un italiano, ovvero Antonio Tajani che all’epoca occupava il ruolo di commissario all’Industria ed era competente in materia. Tant’è che comunque il provvedimento servì in un qualche modo a sciogliere alcuni intrecci burocratici e a fare in modo che una mole consistente di pagamenti arretrati venisse finalmente onorata, mettendo anche un po’ di preziosa liquidità nelle casse delle imprese. Ora però sembra che questo sforzo sia stato del tutto inutile, perché i numeri più aggiornati fanno scattare di nuovo l’allarme sui pagamenti della Pa alle aziende.
L’allarme della Ragioneria di Stato
Sono stati i tecnici della Ragioneria generale dello Stato ad effettuare una sorta di screening dei pagamenti pubblici rilevando dati, come detto, quanto mai preoccupanti. Al momento ci sarebbero infatti almeno 10 milioni di fatture inevase sul groppone dell’amministrazione pubblica, il tutto per un valore finanziario stimato in circa 42 miliardi di euro. Insomma, non saremo a livello dei cento miliardi di qualche anno fa, ma sicuramente si tratta di una cifra che farà scattare nuovamente l’allerta a Bruxelles e chissà che alle porte non ci sia una nuova procedura di infrazione per la violazione delle norme comunitarie sui pagamenti.