Robot collaborativi: come imparano a relazionarsi con gli uomini
Le nuove macchine si stanno preparando a diventare membri di un team a tutti gli effetti
Stando alle previsioni dell'istituto americano Research & Marketing, le vendite di robot collaborativi per l'industria automobilistica registreranno un incremento del 40% nei prossimi cinque anni. I nuovi robot sono disegnati per operare fianco a fianco con lavoratori in carne e ossa e la rapida crescita della popolazione di macchine presenta una serie di sfide. In passato, come sottolinea The Economist, i robot occupavano nelle fabbriche uno spazio dedicato, ma con i cobot, cioè i robot collaborativi, la relazione cambia totalmente.
Limitare i rischi
Come precauzione, i robot collaborativi sono disegnati per limitare la potenza e la forza che possono applicare. Se un cobot rileva una forza superiore al livello di sicurezza stabilito, interrompe immediatamente la sua attività. Un eccesso di sensibilità in questo senso potrebbe impattare negativamente sulla produttività. Per questa ragione, dunque, i team di ricercatori studiano i movimenti delle persone al lavoro per determinare il raggio entro il quale i cobot non si dovrebbero venire a trovare. I ricercatori stanno anche studiando l'utilizzo di materiali soffici per le estremità dei robot. Questo dovrebbe aiutare a dare maggiore destrezza alle macchine e, allo stesso tempo, contribuirà a ridurre il rischio nei casi di un contatto accidentale fra cobot e lavoratori.
Interfacce semplici da capire
L'interazione diretta fra uomini e robot, però, chiama in causa anche le comunicazioni. I cobot, infatti, non devono essere solo dei lavoratori efficienti, ma anche dei veri membri del team. Per questa ragione, molti dei robot collaborativi di nuova generazione hanno display che rappresentano elementi facciali umani, come occhi e sorriso per semplificare le interazioni. Per esempio, se gli occhi (del cobot) guardano in una certa direzione, è un'indicazione del fatto che si stia muovendo verso il punto dove guarda. E questo permette ai lavoratori di anticiparne i movimenti.
Favorire la comunicazione
Un'altra variabile in gioco è rappresentata dalle modalità di comunicazione, verbali e non, fra i robot e i lavoratori. A differenza delle persone, infatti, i cobot non hanno modo di valutare la quantità di informazioni che l'interlocutore è disponibile a ricevere. Troppa informazione, infatti, può passare sotto la soglia dell'attenzione, dunque i laboratori stanno verificando la quantità di dati che devono essere veicolati e i quali sono i momenti migliori per farlo.
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