Sacchetti ecologici della spesa: cosa prevede la legge e quanto ci costeranno
Dal nuovo anno frutta, verdura, carne e pesce, dovranno essere imbustati in contenitori biodegradabili, con un aggravio per le tasche dei consumatori
Tra i tanti aumenti di spesa con cui dovranno fare i conti i consumatori nel nuovo anno, bisogna inserire a pieno titolo quello riguardante i sacchetti ecologici con cui d'ora in avanti, nei supermercati, dovranno essere imbustati frutta, verdura, carne e pesce. Sono gli effetti di una nuova legge, entrata in vigore lo scorso 3 agosto 2017 e che recepisce una direttiva europea del 2015 che vuole scoraggiare l'uso delle buste monouso, per diminuire sensibilmente i consumi di plastica.
L'obiettivo, del tutto condivisibile, dovrebbe essere appunto quello di favorire l'introduzione di materiali biodegradabili a tutto svantaggio della citata plastica. Peccato però che gli effetti di questa strategia, almeno in Italia, si riverseranno in toto sui consumatori, che si vedranno costretti, ogni volta che faranno la spesa, a pagare una sorta di tassa aggiuntiva, proprio sull'uso dei nuovi sacchetti ecologici. Ma vediamo nel dettaglio come funziona la nuova normativa e quanto ci costerà.
Balletto di cifre
Come prevedibile, la nuova disciplina sui sacchetti ha scatenato polemiche immediate sui costi che si abbatteranno sui consumatori. Secondo stime più allarmistiche, considerando un consumo medio annuo di circa 180 sacchetti a famiglia, e un costo del singolo contenitore che al momento viene stimato tra i due e i 10 centesimi, si arriverebbe a un giro d'affari complessivo di circa 400 milioni di euro all'anno.
In particolare, secondo il Codacons, per ogni famiglia ci sarebbe un aggravio di spesa valutabile in circa 50 euro, con l'aggravante che in un primo momento questo costo aggiuntivo, si era detto, sarebbe stato imputato interamente ai supermercati.
L'industria del biodegradabile
Come facilmente immaginabile, a rallegrarsi delle nuove norme è l'industria legata alle tecnologie biodegradabili, che per bocca della propria associazione di riferimento, la Assobioplastiche, ha voluto rispondere a questi allarmismi, fornendo cifre decisamente meno penalizzanti. Secondo l'Osservatorio dell'associazione di categoria infatti, innanzitutto il costo dei nuovi sacchetti dovrebbe fissarsi tra uno e tre centesimi.
Inoltre, il consumo di sacchetti per ortofrutta e per il cosiddetto secondo imballo (quello cioè di prodotti come carne, pesce, gastronomia, panetteria) dovrebbe aggirarsi complessivamente tra i 9 e i 10 miliardi di unità, per un consumo medio di ogni cittadino di 150 sacchetti all'anno e con una spesa massima annuale pari a circa 4,5 euro all'anno per consumatore. Insomma, cifre decisamente meno onerose di quelle denunciate dalle associazioni dei consumatori.
Supermercati: mani legate
Ovviamente sarà il tempo a stabilire quale di questi due scenari sia effettivamente più realistico. Una cosa è però certa fin d'ora: i supermercati, se anche volessero accollarsi il costo dei nuovi sacchetti, non potranno farlo, visto che la nuova legge vieta espressamente la distribuzione gratuita delle buste di plastica monouso.
E per i commercianti che volessero comunque bypassare la norma per andare incontro ai propri clienti, sono previste anche multe salatissime, che vanno da 2.500 euro fino addirittura a 100mila euro.
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