Salini, Gavio e il pasticciaccio di Impregilo
Serve presto una soluzione. Per evitare la lacerazione dell'azienda
"Le tue azioni costruiscono il futuro", recita lo slogan scelto da Salini nella sua innovativa pubblicità politica per la tentata conquista di Impregilo. Un appello al patriottismo, quello che il costruttore romano lancia attraverso le pagine acquistate su numerosi organi di stampa, addirittura "il progetto Campione nazionale", naturalmente previa rifocalizzazione del gruppo sul core business delle costruzioni attraverso la "dismissione di asset non strategici" e "un sostanzioso dividendo straordinario".
Che gli asset non strategici siano le concessioni autostradali, perchè lo Statuto non le prevede tra gli oggetti sociali è materia di opposti pareri legali: per Guido Rossi è escluso che possa, per Pier Gaetano Marchetti è ammesso. La tesi di Salini è avallata anche dal banchiere Claudio Costamagna, veterano di Goldman Sachs, designato presidente dallo stesso Salini in caso di vittoria ma – per carità - del tutto indipendente: ovvero, Costamagna è stato scelto da Salini in quanto è d’accordo con lui, e guai a pensare che sia d’accordo con lui in seguito del fatto di essere stato scelto.
Quanto a Gavio, dovendo in fretta e furia rimpiazzare al vertice della società che ancora controlla l’ex presidente Massimo Ponzellini, agli arresti per il caso Bpm, ha scelto un uomo nuovo come Fabrizio Palenzona che di autostrade s’intende, essendo presidente dell’Aiscat e uomo di fiducia dei Benetton, proprietari di Autostrade per l’Italia, nell’altra grande controllata di Treviso, Aeroporti di Roma. Altro che conflitto d’interessi, questa è confluenza d’interessi.
Insomma, come spesso accade in Italia, l’interesse nazionale viene evocato per sdoganare quello particolare. E vabbè.
Patriottismo a parte, si apprende però dal Corriere della Sera che un 15% di Impregilo, sul totale del 29 detenuto da Salini, è in pegno alle banche, contro un finanziamento da 108 milioni di euro, su un indebitamento netto di 286 milioni di euro. Quindi è corretto dire che le azioni di Impregilo su cui Salini intende costruire il futuro del gruppo non sono ancora completamente sue.
Intanto il medesimo Salini invita la Consob a vigilare sul comportamento che Mediobanca, azionista importante di Impregilo con circa il 4%, terrà alla prossima, cruciale assemblea dei soci del 12 lulio, insinuando che la vecchia e solida relazione di partnership tra Mediobanca e il gruppo Gavio, cui fa capo la holding Igli che è sia pur di pochissimo prima azionista di Impregilo, configuri una sorta di patto non scritto per il controllo congiunto. E qui la provocazione non è azzardata.
Comunque, lo si voglia guardare, un pasticciaccio. Nel quale, come nella parabola di Salomone con le due madri, la "madre vera" – tra i contendenti Gavio e Salini – sarà quella che sarà disposta a sacrificarsi pur di salvare l’azienda dalla lacerazione. Quindi se Gavio è, come afferma, la madre vera di Impregilo, che faccia un’Opa e risolva al più presto un’impasse che alla lunga non potrà che sderenare l’azienda.