Decreto salva-banche, cosa prevede
Sono legge le misure del Governo per salvare Mps e il sistema creditizio nazionale. Valore: 20 miliardi di euro. Ma ne occorrono più di 50
Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni lo ha definito un provvedimento che rappresenta "un passo avanti per garantire più sicurezza economica a famiglie e imprese". È il decreto Salva-Banche (detto anche Salva-risparmio) che vale 20 miliardi di euro ed è stato preparato dal governo per mettere in sicurezza il sistema creditizio nazionale, in primis per sostenere il salvataggio del Monte dei Paschi di Siena. Ecco, di seguito, una panoramica su come funzionerà questo nuovo strumento. [CLICCA SU AVANTI]
20 miliardi di risorse
Il governo ha deciso di creare un fondo statale da 20 miliardi di euro per sostenere le banche in difficoltà. Le risorse saranno reperite facendo crescere dell'1,17% il debito pubblico. Per adottare questa misura, è stato necessario richiedere l'autorizzazione del Parlamento.
Azione su due fronti
Il fondo governativo agirà sostanzialmente su due fronti. Servirà per rafforzare il patrimonio delle banche in difficoltà, rispettando però le regole europee. Se uno stato sceglie di aiutare un istituto di credito con soldi pubblici, infatti, deve prima mettere in atto alcune misure come la conversione forzata in azioni delle obbligazioni subordinate (una categoria di bond particolarmente rischiosi perché godono di minori garanzie in caso di fallimento della banca). Inoltre, le risorse del fondo potranno essere utilizzate come garanzia per i finanziamenti a medio e lungo termine a favore di qualche banca in difficoltà.
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Garanzia dello Stato
Non sarà necessario presentare un piano di ristrutturazione per ottenere la garanzia statale sulla liquidità se le passività saranno rimborsate entro due mesi.
Il burden sharing: cos'è e come funziona
Il cosiddetto "burden sharing", ovvero la ricapitalizzazione precauzionale della banca attraverso il Fondo statale, sarà attenuato attraverso il riacquisto delle azioni in cambio di bond senior solo per le obbligazioni acquistate prima dell'entrata in vigore del bail in, il primo gennaio 2016. Prevista anche una misura anti-speculatori, con un limite al riacquisto delle azioni che il risparmiatore ottiene con l'applicazione del burden sharing fissato al prezzo di acquisto dei bond subordinati, non al loro valore nominale. Il burden sharing sarà neutro dal punto di vista fiscale per gli istituti. In casi specifici sarà possibile anche l'azzeramento dei bond seguito dall'assegnazione di azioni, anzichè la conversione. Sconto rafforzato per lo Stato, con conseguente maggiore diluizione per vecchi azionisti e obbligazionisti per i quali non è prevista una compensazione.
Il valore delle azioni
Per le banche non quotate il valore delle azioni sarà calcolato in base alla consistenza patrimoniale della società, alle sue prospettive reddituali, all'andamento del rapporto tra valore di mercato e valore contabile delle banche quotate e tenuto conto delle perdite connesse a eventuali operazioni straordinarie, incluse quelle da cessione di attivi. Per le quotate il valore è determinato in base all'andamento delle quotazioni dei 30 giorni di mercato antecedenti e nel caso di sospensione per oltre 15 giorni - il caso di Mps - il valore è il minore tra il prezzo di riferimento medio degli ultimi 30 giorni di Borsa e quello determinato in base al patrimonio e ai criteri per le non quotate.
Limiti ai compensi dei manager
La ricapitalizzazione potrà essere subordinata a limiti ai compensi per il cda e dell'alta dirigenza degli istituti coinvolti. Il richiamo, ha sottolineato il sottosegretario Pier Paolo Baretta, è alle norme Ue che prevedono "una retribuzione al massimo di quindici volte il salario medio nazionale dello Stato membro (o di dieci volte il salario medio della banca). Il salario medio italiano corrisponde a circa 28 mila euro, moltiplichiamo per 15 dà circa 450 mila euro".
Educazione finanziaria
Con 1 milione di euro l'anno nasce un comitato ad hoc con 11 componenti (anche un rappresentante dei consulenti finanziari), che parteciperanno a titolo gratuito alla realizzazione di una strategia nazionale di formazione finanziaria.
Salvagente per Mps
Il primo banco di prova del nuovo fondo governativo sarà il salvataggio del Monte dei Paschi di Siena (Mps). La banca toscana sta infatti tentando di rastrellare sul mercato 5 miliardi di euro per non finire in dissesto, con un aumento di capitale che però si sta rivelando un flop. Dunque, le risorse della Scudo Salva-Banche saranno utilizzate innanzitutto per sostenere Mps, dopo aver però convertito forzosamente in azioni le sue obbligazioni subordinate.
Risparmiatori protetti
Poiché 2,19 miliardi di euro di obbligazioni subordinate di Mps sono detenute anche da investitori privati, il ministro dell'Economia Padoan ha promesso di adottare misure a favore dei piccoli risparmiatori. I possessori dei titoli subordinati, infatti, con la conversione in azioni rischiano di perdere tutto il capitale investito.
I dubbi degli analisti
Pur essendo notevole, la dotazione di 20 miliardi di euro del nuovo Scudo Salva-banche non sarà sufficiente a mettere davvero in sicurezza il sistema bancario italiano. Gli analisti di Bloomberg, per esempio, ritengono che vi sia la necessità di ben 52 miliardi di euro per coprire le svalutazioni legate alle cessioni dei crediti sofferenti delle banche italiane. Quando un istituto finanziario vende sul mercato i propri prestiti sofferenti, infatti, incassa un prezzo sensibilmente più basso rispetto al valore originario del credito. Questa operazione richiede appunto una rettifica degli attivi di bilancio che comporta pesanti perdite.