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(Ansa)
Economia

Siccità al sud, bombe d'acqua al nord; questo pazzo meteo ci costano miliardi di euro

L'Italia mai come in questi mesi è stata divisa dal tempo balordo tra chi è senza acqua e chi ne ha troppa

L’Italia è spaccata in due al momento. Allarme rosso per siccità al Centro Sud e laghi e fiumi invece sopra la media al Nord. A subirne i danni è innanzitutto l’agricoltura. Un esempio? In Puglia il 50% dell’olio è compromesso.

Abbiamo un problema: nel nostro Paese è stata registrata una perdita di oltre il 51% di risorse idriche rinnovabili, rispetto alla media storica dal 1950. Ci stiamo desertificando e ci sono regioni con l’agricoltura in ginocchio e bestiame a rischio di morire di fame e di sete. La grande siccità coinvolge oltre il 50% di Sicilia, Puglia e Basilicata. E si aggiungono criticità nelle zone costiere di Calabria e Sardegna e in alcune del dorsale appenninico e della costa adriatica.

La Sicilia è la regione più colpita. I dati dell’Osservatorio sulle Risorse Idriche dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue segnalano che il 27 maggio l’acqua disponibile nei bacini era poco più della metà. E da quel momento non ha mai piovuto. È facile immaginarsi la situazione oggi. Puglia e Basilicata sono sullo stesso livello di disponibilità di acqua da usare, cioè intorno o sotto al 50%. In Toscana, Marche, Umbria e Lazio i fiumi e i laghi sono ben sotto la media del periodo: l’Arno è a -35% rispetto all’anno scorso e il Tevere è a poco più del 55% della portata media del periodo.

E invece al Nord? Il Po è pieno, la portata è sopra la media lungo tutto il percorso, mantenendo un flusso in aumento del 45% sulla media del periodo. In Liguria le riserve sono al massimo, in Lombardia secondo l’Osservatorio ANBI sulle risorse idriche tutti i laghi (eccetto quello di Como) sono sopra le medie stagionali. Il Lago Maggiore addirittura è al limite della capacità. Le riserve idriche lombarde sono superiori di oltre il 38% rispetto al solito. In Veneto i fiumi sono pieni sopra la media: l’Adige +88% e il Brenta +53%.

Al Centro-Sud però si iniziano a fare i conti e le previsioni dei danni. La mancanza d’acqua secondo le stime di Coldiretti ha già bruciato quest’anno 33mila posti di lavoro nei campi siciliani e pugliesi. In Basilicata il grano del 2024 è dimezzato. I danni alle coltivazioni di cereali, a partire dal grano, arrivano fino al 90% nella zona di Potenza. Sono tanti, denuncia Coldiretti, gli agricoltori che hanno deciso di non trebbiare nemmeno, per non avere inutili costi aggiuntivi. In Puglia sono compromessi il 50% dell’olio e il 70% del grano. In Sicilia, dove ci sono zone che non vedono la pioggia da un anno, si prevede un taglio nelle rese compreso tra il 70 e il 90%. E a rischio ovviamente ci sono le produzioni di agrumi e olio di oliva dei prossimi mesi.

Soffrono anche gli allevamenti: non c’è cibo per gli animali. La Regione Sicilia ha stanziato 10 milioni di euro per far fronte alla carenza di cibo del bestiame. Ma è un tamponare. Intanto la siccità non molla e i danni di oggi rischiano di diventare una “emergenza” economica italiana, presto.

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Cristina Colli