Sisma bonus, come funziona e come potrebbe cambiare
Il governo pensa a una riforma delle agevolazioni, mettendo sul piatto due miliardi di euro all’anno per i prossimi 20 anni
Puntuale come le polemiche e le recriminazioni, dopo il sisma che ha colpito il Centro Italia, scatta il dibattito su quali siano gli interventi da mettere in campo per prevenire disastri di questa portata. E allora, ci si ricorda che in effetti già esistono agevolazioni destinate alla prevenzione appunto, come quelle per ristrutturare, in maniera antisismica, le abitazioni. Solo che ovviamente i fondi non sono sufficienti, e gli incentivi decisamente poco invitanti. Ecco perché il governo ha intenzione di intervenire sull’attuale sisma bonus, incrementando innanzitutto in maniera molto rilevante le risorse disponibili, e prevedendo poi incentivi più appetibili ai cittadini, soprattutto per quelli che vivono nelle zone più dichiaratamente sismiche del nostro Paese. Ma vediamo nel dettaglio come funzionano attualmente le cose e come potrebbero cambiare.
Come funziona ora il bonu
Le agevolazioni fiscali ottenibili attualmente per rendere antisismica la propria abitazione, sono in pratica uguali a quelle in vigore per le semplici ristrutturazioni degli immobili. In pratica è possibile sottrarre dalle imposte, con una detrazione Irpef, una somma pari a ben il 65% dei costi sostenuti, con un importo massimo di 96mila euro. La detrazione, così come per le ristrutturazioni, va ripartita in dieci diverse rate annuali. Inoltre, c’è da considerare che il bonus in questione si può richiedere soltanto per la prima casa e non per le altre abitazioni e viene riconosciute esclusivamente a chi abita in aree ad alto rischio sismico, classificate dalla legge come zona 1 e zona 2.
Aumentano le risorse
L’impegno del governo, dichiarato proprio in queste ultime ore, è dunque quello di allargare la fascia di cittadini che potranno richiedere il sisma bonus. Per fare questo verranno innanzitutto aumentate le risorse, che attualmente sono decisamente limitate. L’obiettivo è quello di rendere disponibili due miliardi di euro all’anno per i prossimi 20 anni.
Più ristrutturi, più detrai
Un’altra novità che si sta studiando, è quella di prevedere un bonus che sia in qualche modo proporzionale all’incisività degli interventi antisismici apportati alla propria abitazione. In questo senso dunque l’incentivo sarà modulato in base al grado di adeguamento sismico degli immobili, in analogia a quanto già avviene oggi ad esempio per lo sgravio sull’efficienza energetica.
Agevolazioni anche per la diagnosi
La necessità di apportare delle modifiche antisismiche alla propria abitazione, nasce sempre preliminarmente da una diagnosi strutturale, che riesce a mettere in rilievo eventuali carenze. Oggi, questa attività di monitoraggio è interamente a carico del cittadino. In futuro invece, il sisma bonus potrebbe prevedere delle agevolazioni anche sulle spese di diagnosi, appunto.
Immobili sotto osservazione
Il lavoro di prevenzione di cui stiamo parlando è di dimensioni molto rilevanti. Basti pensare che, secondo i dati forniti dall’Ance, nella sola area classificata come a più alto rischio sismico, la zona 1, esisterebbero 900mila immobili da monitorare ed eventualmente da ristrutturare. Numeri che diventano ancora più impressionanti se si considera che, inserendo come da programma anche le aree a rischio leggermente inferiore, classificate come zone 2, tra i beneficiari del nuovo sisma bonus, la platea di abitazioni su cui effettuare delle diagnosi strutturali salirebbe a quota 5,7 milioni.