Gioco d'azzardo, quanto vale e come vuole cambiarlo il governo
Pronto un decreto che taglia del 30% le slot machine, che spariranno da bar e tabacchi, e diminuisce del 50% i punti vendita
Un vero e proprio giro di vite sta per investire il gioco d’azzardo nel nostro Paese. In accordo con l’Anci, l’Associazione che riunisce i Comuni d’Italia, e le Regioni, il governo dovrebbe presentare infatti entro la prossima settimana un provvedimento che prevede una drastica riduzione di slot machine e di punti gioco. Un pacchetto di misure richieste da tempo dai sindaci che insistevano soprattutto sulla tutela dei più giovani. Non a caso tra i punti chiave del nuovo pacchetto ci sarà l’obbligo della dislocazione delle sale gioco lontano dalle scuole. Si tratta dunque di un intervento forte che andrà a incidere su un settore che purtroppo nel nostro Paese fa registrare numeri decisamente preoccupanti. Cerchiamo allora di capire quanto vale in Italia il gioco d’azzardo, quanto ci guadagna lo Stato grazie alle accise, e come si intende ora rivedere alcune delle norme che lo regolano.
Quanto vale il gioco d’azzardo
Secondo le stime più aggiornate, nel 2016 in Italia sono stati spesi nel gioco d’azzardo ben 95 miliardi di euro. Una cifra decisamente mostruosa, se si pensa che rappresenta il 4,4% del nostro Pil. Un valore tra l’altro in netto aumento rispetto al 2015, quando le giocate si erano fermate a quota 88 miliardi di euro, ovvero il 7% in meno.
Quanto spende ogni italiano
Si stima che ogni italiano spenda ogni anno mediamente circa 1.600 euro nel gioco d’azzardo. Una cifra enorme se si pensa che rappresenta praticamente più del doppio di quanto le famiglie italiane spendono ogni anno tra tasse, rette, lezioni private e trasporto scolastico. Senza considerare che la cifra complessiva più sopra ricordata, ovvero 95 miliardi, è di poco inferiore ai 129 miliardi che ogni anno vengono spesi in prodotti alimentari.
Quanto ci guadagna il fisco
Da sempre la posizione dello Stato nel rapporto con il gioco d’azzardo è messa sotto accusa. Per un verso infatti, le amministrazioni pubbliche spesso si impegnano in campagne di sensibilizzazione contro i rischi del gioco. D’altro canto però, proprio le accise previste sui giochi, rappresentano una delle entrate più consistenti per il nostro fisco. L’anno scorso da questa fonte è arrivato infatti un gettito di poco inferiore ai 20 miliardi di euro.
Il caso delle slot machine
Tra gli strumenti più criticati quando si parla di gioco d’azzardo, ci sono certamente le slot machine che nel nostro Paese sono dilagate in maniera incontrollata. Basti pensare che circa la metà di tutto il budget investito nel gioco viene assorbito da queste micidiali macchine mangia soldi. Si stima che in Italia ce ne siano in funzione più di 400mila, un numero abnorme se si pensa ad esempio, che in tutti gli Stati Uniti ne funzionano a stento poco più del doppio.
Le misure del governo
Proprio per cercare finalmente di arginare questo fenomeno, e per intervenire in maniera specifica proprio sulle slot machine, come detto, il governo presenterà un pacchetto di misure concordato in particolare con i sindaci delle città. Tra le altre cose si prevede la totale eliminazione, nell'arco di tre anni, delle slot da bar e tabacchi, la riduzione delle macchine del 30% al 31 dicembre 2017, la riduzione del 50% dei punti vendita e la classificazione delle sale da gioco in classe A e classe B, intendendo con la prima categoria quelle certificate. Inoltre sarà stabilita una distanza minima dalle scuole delle sale gioco, che dovrà valere tanto per quelle di classe A che di classe B.