Sorpresa: la recessione fa calare l'economia sommersa
Il presidente della Corte dei Conti aveva detto il contrario, ma uno studio della AtKearney sostiene che in Europa "il nero" cala durante la crisi.
L’ultimo rapporto sull’economia sommersa della At Kearney riporta un dato piuttosto clamoroso che va in controtendenza rispetto alla vulgata corrente. Non è vero, come ha ad esempio sostenuto da ultimo il presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario, che la crisi alimenta la corruzione, ma è vero il contrario. Lo studio di At Kearney sostiene, infatti, che l’economia non osservata (all’interno della quale rientra anche il business, diciamo così, della corruzione) non è mai stata così poco fiorente come nel 2013, anno che per molti Paesi (non per l’Italia) ha segnato la fine della recessione.
I motivi che secondo quella che è una delle maggiori società di consulenza direzionale del mondo, possono essere diversi ma certamente ha un ruolo il fatto che la recessione ha colpito molto pesantemente il settore delle costruzioni, tradizionalmente, e non solo in Italia, il comparto economico più soggetto all’evasione fiscale.
Il grafico indica la quantità di economia sommersa in vari Paesi europei il rapporto al Pil e dimostra che nell’Europa occidentale è significativamente inferiore rispetto a quella dell’Europa del Sud e dell’Est. Inoltre: tra il 2008 e il 2013 la shadow economy è aumentata in modo significativo solo a Cipro mentre il “nero” italiano resta stabile attorno al 20% del Pil ufficiale. Ma, rispetto al 2008, è in calo.