Spazio: il futuro è fatto di viaggi e di risorse energetiche
Il Medio Oriente è in prima linea per lo sviluppo di un'industria estrattiva per minerali e acqua
La nuova frontiera dell’energia non ha a che fare con il nostro pianeta, ma con gli asteroidi nello spazio. Secondo quanto riferisce Bloomberg, infatti, gli Emirati Arabi e l’Arabia Saudita si stanno già muovendo per sviluppare programmi destinati alla nascente industria delle risorse spaziali. Il Mit ha stimato che un asteroide potrebbe contenere fino 175 volte la quantità di platino che si estrae ogni anno sulla terra, una quantità che potrebbe valere da 25 a 50 miliardi di dollari. Stando ai risultati di uno studio di Goldman Sachs, inoltre, un satellite in grado di esplorare le risorse minerarie degli asteroidi potrebbe costare decine di milioni di dollari e uno in grado di procedere all’estrazione avrebbe una price tag da 2,6 miliardi, in linea con il costo di operazioni minerarie sulla terra.
Tempi tecnici
Alcune aziende hanno in programma già quest’anno il lancio di satelliti destinati a studiare cosa si nasconde effettivamente sotto la superficie degli asteroidi e, secondo gli analisti, nei prossimi cinque anni assisteremo al lancio di un satellite commerciale capace di andare alla ricerca di metalli e gas rari nella cintura degli asteroidi compresa fra le orbite Marte e Giove. Non è escluso, inoltre, che fra una decina d'anni si potrà procedere con le prime estrazioni.
Viaggi interstellari
A lungo termine, però, la maggior parte delle risorse estratte dallo spazio rimarrà nello spazio per fornire energia a un’economia costruita attorno a satelliti e stazioni spaziali. In questo scenario, la risorsa più importante che si potrà ottenere dallo spazio sarà l’acqua che potrà essere utilizzata per fornire energia ai viaggi interstellari. Una possibilità attualmente esclusa dalle difficoltà tecniche di trasportare nello spazio l’acqua disponibile sulla terra, ma che potrebbe essere aggirata approvvigionandosi direttamente lontano dal nostro pianeta.
Vantaggi competitivi
Il fatto che siano proprio i paesi del Medio Oriente a muoversi in questa direzione - l’Arabia Saudita ha siglato un accordo con la Russia per la cooperazione nell’esplorazione spaziale ed è un investitore nel programma spaziale di Richard Branson - non è dovuto solo al fatto che si tratta di paesi con risorse economiche a disposizione, ma dipende anche dalla loro posizione geografica. Essendo prossime all’equatore, infatti, queste località beneficiano del movimento dell’asse terrestre e, nel caso di un lancio spaziale, hanno bisogno di meno carburante per mettere in orbita i loro mezzi.