Stati Uniti, esplode il business della marijuana
Due miliardi e mezzo di dollari nel 2014, e nuove app per gestire il business della cannabis
Oltreoceano, riecheggiando la "gold rush" (la corsa all'oro) si parla già di "green rush": è il termine coniato dal Los Angeles Times per descrivere il boom di iniziative imprenditoriali nate attorno alla commercializzazione di prodotti a base di marjuana negli ultimi anni.
Negli Stati Uniti, infatti, ventidue governi statali hanno autorizzato la vendita, anche se con molte limitazioni, di quella che un tempo era solo una droga leggera per hippies e sbandati. Le proprietà terapeutiche della cannabis sono numerose e ora che in gran parte del territorio nordamericano possono essere sfruttate professionalmente, si è creato quasi dal nulla un vero e proprio mercato, che sta crescendo a ritmi esponenziali nonostante le difficoltà correlate a lavorare con un prodotto che è pur sempre una droga e che come tale viene trattata dalla normativa americana. Legalizzata sì, ma solo per specifici scopi, per lo più medici, e cono rigorosissimi cntrolli.
Le cifre? Oltre due miliardi e mezzo di dollari nel 2014, in crescita di circa un miliardo rispetto al 2013: sono queste le sorprendenti stime effettuate dalla società di consulenza di San Francisco ArcView Group. Cifre che stanno attraendo un numero di uomini d'affari sempre crescente. Del resto, le esigenze di un mercato così esplosivo sono molteplici. C'è chi si occupa della coltivazione su larga scala delle piante, chi della vendita all'ingrosso e chi di quella al dettaglio del "prodotto marjiuana". Ma gli spazi per crescere stanno soprattutto nei servizi associati a questo nuovo settore economico: da poco, ad esempio, è stato messo in circolazione un sistema di controllo della crescita delle piantine controllabile tramite il telefono cellulare. Appena un paio di mesi fa a Denver, in Colorado, è stata organizzata addirittura una fiera, CannaSearch, per illustrare ai disoccupati della zona le opportunità di impiego nel settore.
Anche in questa nicchia di mercato molto particolare, è proprio il web a offrire le maggiori opportunità. I pionieri dell'impiego delle nuove tecnologie della comunicazione nel settore hanno già accumulato una piccola fortuna. Un esempio è quello di Justin Heartfield: poco più che trentenne, nel 2007 ha fondato una delle prime compagnie volte a mettere in comunicazione diretta, per via telematica, produttori e consumatori. L'anno dopo nacque Weedmaps: dapprima un semplice sito internet, oggi una moderna app che contiene l'elenco e la localizzazione di tutti i venditori di prodotti a base di cannabis negli Usa. Gli utenti possono registrare le proprie impressioni e recensire negozi, negozianti e prodotti. Una versione di Yelp focalizzata sulla canapa indiana, che ha avuto un rapido e notevole successo e che un paio d'anni fa ha inglobato anche il suo principale concorrente, Marjuana.com, permettendo al suo fondatore di conquistare gli onori delle cronache, venendo intervistato dai principali giornali americani.
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