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(Ansa)
Economia

Il Superbonus non è il solo guaio fiscale dell'Italia

Cessioni di crediti, sconti in fattura ed altre misure peseranno sui nostri conti per anni

Dove c'è il superbonus ci sono guai fiscali. La cessione del credito e lo sconto in fattura oltre a pesare sul debito dell’Italia nei prossimi anni ha appesantito anche i conti dello Stato relativi alle varie agevolazioni fiscali, che già non erano particolarmente brillanti. Il problema delle detrazioni e deduzioni fiscali è che di anno in anno continuano a crescere in modo spropositato. A certificarlo è stato l'ultimo approfondimento pubblicato dall’Ufficio parlamentare di bilancio che ha messo nero su bianco come tra il 2018 e il 2024 le agevolaizoni fiscali sono cresciute di un terzo, passando da 466 a 625 (+34,1%), e la perdita di gettito complessiva è quasi raddoppiata, da 54 a 105 miliardi (+ 93,6%).

Il report ha dunque evidenziato come, nel periodo analizzato, sono aumentati in particolare i regimi speciali e le esenzioni, specialmente in ambito Irpef. Si registra inoltre l'aumento eccezionale dei crediti di imposta (in particolare quelli legati ai lavori edilizi) e il maggior ricorso a forme specifiche di agevolazione quale il welfare aziendale, la cui entità non è ancora chiaramente desumibile dai dati disponibili. Accanto a questi nuovi fenomeni si sovrappongono poi le dinamiche naturali delle agevolazioni in essere che seguono i fenomeni sociali e istituzionali a cui sono strutturalmente collegate, e le nuove detrazioni e deduzioni fiscali che vengono ogni anno concesse. In questo contesto, i tentativi per ridurre le agevolazioni fiscali sono stati poco incisivi, visto che si è ottenuto un risparmio complessivo di solo 250 milioni di euro (31 riferiti al primo provvedimento e 220 al secondo). Il motivo è legato al fatto che ci si è concertati sul contenimento delle detrazioni per oneri ed erogazioni liberali ai fini Irpef, che valgono complessivamente solo il 6% di tutte le agevolazioni, attraverso due distinti interventi. Il primo è da imputare alla legge di Bilancio del 2020 che ha deciso l’indetraibilità parziale per i contribuenti che avevano un reddito superiore ai 120.000 euro, per la maggior parte degli oneri detraibili al 19% e delle erogazioni liberali a favore delle Onlus. Il secondo intervento lo ha invece fatto questo governo con il primo modulo della riforma dell’Irpef. In questo caso si è introdotta una franchigia di 260 euro per le detrazioni al 19%, per i contribuenti con reddito complessivo superiore a 50.000 euro.

Ci troviamo dunque in un sistema di agevolazioni fiscali complesso, frammentato, poco trasparente e che non agevola le fasce più deboli della popolazione: “la tendenza a beneficiare principalmente i contribuenti ad alto reddito”, si legge nel rapporto. Il governo con la riforma fiscale ha il potere di cambiare questa situazione ma il percorso è tutto in salita. Il riordino delle tax expenditure è un lavoro di estrema precisione, visto che le agevolazioni fiscali, vanno ad incidere (in modo positivo) sulla bolletta dei vari contribuenti. E’ sicuramente necessario diminuirne il numero e trasformarne alcune, come suggerisce lo stesso Ufficio parlamentare di bilancio, in bonus ad hoc di durata definita e rinnovabili solo attraverso interventi legislativi se le circostanze ne richiedessero la necessità. Il nodo cruciale, e dunque particolare attenzione dovrà essere posta, per il capitolo agevolazioni fiscali sanitarie, che rappresentano da sole quasi i due terzi del totale della spesa detraibile (65%) e che sono però fondamentali per la cura degli italiani.

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Giorgia Pacione Di Bello