Tasi, ecco tutti i rincari città per città
Secondo le nuove regole dovrebbero esserci aumenti nei piccoli centri, mentre a Roma, Milano e Napoli l’imposta potrebbe calare
Comune che vai, Tasi che troverai: mai parafrasi di un proverbio fu più azzeccata. Per capire infatti quello che accadrà alle tasche dei contribuenti con l’introduzione della Tasi, il nuovo tributo locale sugli immobili, bisognerà tenere ben presente le scelte che i sindaci effettueranno in ciascuna amministrazione comunale. Tre saranno infatti i fattori che, città per città, andranno ad influire sui versamenti finali.
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Innanzitutto il valore delle aliquote. Il governo ha concesso l’innalzamento di uno 0,8 per mille delle imposte sulla casa, lasciando libertà ai Comuni di decidere se applicare questo aumento alla Tasi oppure all’Imu, o magari a entrambe diversificando i rialzi. In secondo luogo c’è poi il complicato rebus delle detrazioni. Non è infatti ancora chiaro a quanto ammonteranno visto che dipenderanno, in parte dalle risorse statali devolute a questo scopo, e che si sono ridotte al lumicino, e in parte soprattutto proprio dagli aumenti che i singoli Comuni decideranno sulle aliquote base (2,5 per mille per la Tasi e 10,6 per mille per l’Imu) che, secondo legge, dovranno essere devoluti a beneficio proprio dei proprietari di prima casa più svantaggiati. Infine, terzo elemento di cui tenere conto saranno i valori catastali che verranno applicati, visto che la recente riforma ha rivisto fortemente al rialzo le rendite delle singole abitazioni.
In questo quadro di totale indeterminatezza, è possibile però abbozzare dei calcoli, come ha tentato di fare il Sole24Ore, partendo da un presupposto di base, ovvero una detrazione minima di almeno 100 euro a famiglia. In queste condizioni, il primo bilancio che emerge è quello secondo cui nelle grandi città si dovrebbe pagare certamente meno di quello che si sarebbe pagato nel 2013, anno nel quale ricordiamo che l’Imu sull’abitazione principale è stata abolita, al netto ovviamente delle mini-Imu che qualcuno ha pagato. La ragione di questi decrementi in città come Roma, Milano e Napoli, sono legati al fatto che l’anno scorso, le aliquote base dell’Imu, per chi ha pagato, sono state elevate al massimo,ovvero al 6 per mille. Di conseguenza nel 2014, tenendo presente che la massima aliquota della Tasi è fissata al 3,3 per mille, di certo si pagherà qualcosa in meno.
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A Milano, per esempio, un bilocale con Tasi al 3,3 per mille senza detrazione pagherà 355 euro, con la detrazione 255 euro, contro i 446 euro del 2013. Per un trilocale invece saremo sui 744 euro senza detrazione e 644 con la detrazione, rispetto ai 1.154 euro dell'anno precedente. A Roma per un bilocale ci potrebbero volere 418 euro senza detrazione, 318 con lo sgravio, contro i 433 euro del 2013; per il trilocale invece 1.070 o 970 euro contro i 1.421 del 2013. Infine a Napoli 241 o 141 euro per il bilocale contro i 237 del 2013 e 419 o 319 euro per il trilocale contro i 623 dell'anno precedente.
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Diversa invece la situazione delle piccole città, dove invece il combinato disposto di detrazioni e nuovi regimi fiscali potrebbero generare effetti al rialzo. Casi emblematici potrebbero esser ad esempio Como, dove per un bilocale si pagheranno 281 o 181 euro rispetto ai 140 dell'anno precedente e per un trilocale 707o 607 euro contro i 657 dell'anno precedente; oppure Pescara con un bilocale a quota 281 o 181 euro contro i 140 dell'anno precedente e un trilocale a 614 o 514 euro contro i 544 del 2013.