Conti correnti: come cambiano le tasse sugli interessi
A luglio il governo alzerà dal 20 al 26% il prelievo sui rendimenti dei depositi bancari. Ecco quanto pagheranno i risparmiatori
Qualche decina o centinaia di euro in più di tasse da pagare ogni anno. E' l'effetto che avrà sulle tasche dei risparmiatori la decisione del governo Renzi di incrementare dal 20 al 26% il prelievo fiscale sui depositi bancari, che scatterà dal 1° luglio prossimo. Nel marzo scorso, il ministro dell'economia Padoan aveva assicurato che i conti correnti e i conti di deposito sarebbero stati esclusi dal prossimo aumento della tassazione sulle rendite finanziarie, attuato dall'esecutivo per trovare una copertura al taglio dell'irap e alla riduzione dell'irpef sulle buste paga. Poi, però, il governo ha fatto marcia indietro e ha deciso di colpire quasi tutti i prodotti del risparmio, escludendo soltanto i titoli di stato e i buoni fruttiferi postali.
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Fra poco più di due mesi, dunque, le tasse sui conti correnti, sui conti di deposito e sui libretti postali lieviteranno di 6 punti percentuali. Quali saranno le conseguenze per i risparmiatori? La risposta dipende dalla quantità di denaro in giacenza e dal rendimento garantito dal prodotto scelto. Ecco, più nel dettaglio, alcuni casi concreti.
CONTI DI DEPOSITO
Oggi i conti di deposito più remunerativi sul mercato offrono un interesse fino al 2,5-3% all'anno. Alcuni prodotti possono arrivare anche al 4%, ma soltanto se il risparmiatore è disposto a tenere vincolate le giacenze per un periodo di tempo molto lungo, cioè per 5 anni. Con l'attuale tassazione del 20%, il rendimento netto dei conti di deposito varia tra il 2-2,4% e arriva sino a un massimo del 3,2% su base annua. Quando l'aliquota salirà al 26%, gli interessi netti scenderanno invece in un intervallo compreso tra l'1,85 e il 2,96%.
Conti alla mano, un risparmiatore che ha in deposito 10mila euro, oggi incassa un rendimento netto tra 200 e 320 euro all'anno. Con la nuova tassazione, il guadagno scenderà tra 185 e 296 euro ogni 12 mesi, a causa di una maggior imposta compresa tra 15 e 24 euro.
Un po' più elevato sarà l'aggravio per chi ha una giacenza di 50mila euro che vedrà salire il prelievo fiscale annuo di un importo tra 75 e 120 euro.
Se invece la somma depositata è di 100mila euro (sempre nell'ipotesi che siano stati scelti dei depositi con rendimenti tra il 2,5 e il 4%), la maggior tassazione per il risparmiatore sarà compresa tra 150 e 240 euro all'anno.
CONTI CORRENTI
Per i tradizionali conti correnti, che ormai garantiscono degli interessi ridotti al lumicino, la maggior tassazione a carico del risparmiatore sarà, in valore assoluto, un po' più modesta. Secondo i calcoli della Cgia, (la confederazione degli artigiani di Mestre) un correntista che ha in deposito 12mila euro dovrà sborsare appena 1 euro in più all'anno di tasse. Per i conti con una giacenza sopra i 50mila euro, l'aggravio sarà di almeno 26 euro ogni 12 mesi e salirà a circa 170 euro all'anno per chi ha in deposito oltre 250mila euro. I calcoli della Cgia sono stati effettuati tenendo conto l'interesse medio assicurato oggi dai conti correnti italiani, che pari a un risicato 0,13%.