Su le addizionali Irpef; in Italia le tasse fanno solo una cosa: aumentano
Stando all'ultimo decreto Aiuti del Governo diversi capoluoghi di provincia potranno aumentare le addizionali. Con tanti saluti a chi prometteva tagli e riduzioni della pressione fiscale
Dopo il rinvio al 2026 della riforma del catasto un altro spettro si aggira sulle tasche degli italiani, e cioè la possibilità di un aumento delle addizionali comunali dell’Irpef. L’ipotesi, come ha rivelato Il Sole 24 Ore, è prevista dall’articolo 43 del Dl Aiuti, varato dal governo la settimana scorsa: in base al provvedimento, i Comuni capoluogo di provincia con un deficit procapite – differenza tra entrate e uscite - superiore a 500 euro potranno aumentare l’addizionale comunale. Si tratta di 18 città: in testa Napoli, con un deficit per abitante di oltre 2600 euro, seguita da Reggio Calabria(1.959,2) e Salerno (1.562,6). La lista prosegue con Chieti, Potenza, Rieti, Torino, Vibo Valentia,Palermo, Lecce, Catanzaro, Andria, Alessandria, Avellino, Agrigento, Frosinone, Brindisi e Nuoro.
Non solo: nei Comuni capoluogo con un debito procapite – la somma dei debiti contratti – superiore ai 1000 euro potrebbero sostituire l’aumento – o anche aggiungervi - una tassa di 2 euro per chi si imbarca in porti o aeroporti. Di quest’ultima lista fanno parte cinque città: al primo posto c’è Milano, con un debito procapite pari a 2.500,5 euro, seguita da Genova, Firenze, Catania e Venezia. Il provvedimento interessa potenzialmente una platea di 4 milioni e mezzo di contribuenti. L’aumento delle addizionali locali, come sottolinea anche il quotidiano di Confindustria, al momento è solo un’ipotesi che non è detto venga adottata da tutti i Comuni interessati, che in ogni caso avranno 60 giorni di tempo dall’entrata in vigore del decreto per aderire. Ma, precisa l’analisi, “nel fisco, e in particolare in quello locale dove la rigidità dei bilanci cresce insieme alle spese che aumentano a differenza delle entrate, è importante prima di tutto cogliere una tendenza".
Tendenza che non è sfuggita all’opposizione, che in una nota a firma dei deputati di Fratelli d’Italia Marco Osnato , Lucia Albano e Galeazzo Bignami ha stigmatizzato il fatto che “tra le varie ricette suggerite dal governo vi è la possibilità, da parte delle amministrazioni locali, di aumentare l'addizionale Irpef dello 0,2%, che in questi casi potrà addirittura superare il tetto massimo nazionale fissato all'8 per mille”. Da tempo, scrivono i deputati di Fdi, “i Comuni lamentano l'arrivo dei fondi del Pnrr a singhiozzo e l'esecutivo, anziché impegnarsi a velocizzare il trasferimento di risorse centrali, pensa bene di aumentare le tasse. Ci sembra davvero paradossale che il governo denomini ‘decreto aiuti’ un provvedimento che, in realtà, nasconde ulteriori balzelli a carico dei cittadini. Fratelli d'Italia monitorerà da vicino l'evolversi della situazione e preparerà gli opportuni atti parlamentari".
L’articolo 43 del decreto, intitolato appunto "Misure per il riequilibrio finanziario di province, città metropolitane e comuni capoluogo di provincia e di città metropolitane nonché per il funzionamento della commissione tecnica per i fabbisogni standard" prevede inoltre tutta una serie di azioni da adottare per i Comuni che si trovano in una situazione di dissesto. Tra questi è prevista la "valorizzazione" delle entrate "attraverso la ricognizione del patrimonio” – cioè in pratica la cessione di parte del patrimonio immobiliare -; l’incremento dei canoni di concessione e di locazione e ulteriori utilizzi produttivi; l’aumento dell’efficienza della riscossione e "la riorganizzazione e lo snellimento della struttura amministrativa, ai fini prioritari di ottenere una riduzione significativa degli uffici di livello dirigenziale".