L’Italia è più ricca di 100 miliardi: cosa cambia per la manovra 2025
Dai calcoli Istat emerge un deficit più basso del previsto che renderà meno pesanti i tagli
Il ministro Giorgetti può tirare un sospiro di sollievo. L’Italia si trova più ricca di cento miliardi e questo rende disponibile qualche miliardo in più per la manovra economica 2025. La sorpresa arriva dall’Istat che ha rifatto calcoli di contabilità nazionale degli ultimi tre anni. Emerge un deficit più basso del previsto che renderà meno pesanti i tagli.
Il dato Istat su cui si concentravano le aspettative è soprattutto il disavanzo 2023 che trasformandosi in debito aggiuntivo misura il rapporto con il Pil. Un parametro che secondo i trattati europei non dovrebbe superare il 3%. Tuttavia con il Covid i vincoli sono saltati. Il ripristino del Patto di Stabilità ha rimesso nuove regole. Meno vincolanti delle precedenti ma comunque non derogabili. Il calcolo dell’Istat dice che nel 2023 il deficit è stato pari al 7,2% del Pil contro la stima precedente al 7,4%. Può sembrare una differenza minima, ma in valore assoluto sono circa quattro miliardi e mezzo Il nuovo calcolo ha fatto scendere anche il debito che ora vale il 134,6% del Pil, mentre nell'ultimo Def pubblicato ad aprile il governo aveva scritto che era pari al 137,3%. Anche in questo caso, quindi, una riduzione significativa, anche se il debito italiano resta tra i più alti in Europa.
Questi risultati sono frutto dei cento miliardi in più di Pil recuperato dai calcoli dell’Istat negli anni 2020 (43 miliardi), 2021 (21 miliardi) e 2022 (34 miliardi). La revisione dei conti significa anche che l'anno scorso il Pil è cresciuto solo dello 0,7%, mentre prima si parlava di +0,9%. Una riduzione solo apparente considerando la revisione al rialzo del Pil degli anni precedenti: +4,7% nel 2022 (invece che +4%), e +8,9% nel 2021 (invece che +8,3%).
Quello che conta, comunque, è il miglioramento del rapporto deficit Pil al 7,2% invece che 7,4%. Questo permette di avere un margine di manovra leggermente maggiore (lo 0,2% del Pil vale circa quattro miliardi e mezzo di euro) nello scrivere la legge di bilancio. Più libertà nel gestire i soldi a disposizione potrebbe anche significare meno tagli. E, quindi, una manovra leggermente meno "austera" di quanto si pensasse prima.
«La revisione dei dati è di lieve entità», ha commentato il ministro dell'Economia Giorgetti, «e non cambiano i principi e il quadro del Piano strutturale di bilancio già esaminato dal Cdm lo scorso 17 settembre». Il Psb «sarà rifinito», ha aggiunto, «alla luce dei numeri comunicati oggi da Istat».
Il testo definitivo del Piano è atteso al Consiglio dei ministri in programma per il 27 di settembre.