Tecnici del ministero dell'Economia, perché il M5s li attacca
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Economia

Tecnici del ministero dell'Economia, perché il M5s li attacca

Il movimento grillino ha bisogno di soldi per il Reddito di Cittadinanza. E solo chi conosce bene il bilancio dello Stato li può trovare

Di nomi ne circolano tanti ma due su tutti sembrano nel mirino: Daniele Franco, Ragioniere Generale dello Stato e Roberto Garofoli, capo di gabinetto del ministero dell’Economia. A loro si potrebbe aggiungere un terzo nome: quello di  Alessandro Rivera, direttore generale del Tesoro. Sono i tecnici che lavorano per il governo e che il Movimento 5 Stelle(M5s) vorrebbe mandare via, colpevoli di ostacolare i provvedimenti che la nuova maggioranza giallo-verde intende inserire nella manovra economica. 

A minacciare di dargli il ben servito è stato il portavoce di Palazzo Chigi, Rocco Casalino, l’ex- concorrente del Grande Fratello (prima edizione), da anni diventato il guru della comunicazione del Movimento 5 Stelle. Se non troveranno 10 miliardi di euro per il Reddito di Cittadinanza, ha detto in sostanza Casalino in una registrazione audio trafugata e finita sui giornali, nel 2019 il Movimento 5Stelle inizierà a epurarli a uno a uno, senza andare tanto per il sottile. 

Pochi soldi

Ma è davvero colpa dei tecnici se non verranno trovati i soldi per finanziare il Reddito di Cittadinanza?  Comunque la si pensi, una cosa è certa: scrivere la manovra economica è opera complessa. Ovviamente il Ministro dell'Economia, Giovanni Tria, non fa tutto da solo e ha bisogno di gente che conosce alla perfezione il bilancio dello Stato. A scrivere la manovra, insomma, sono anche e soprattutto i tecnici del ministero. Tria ha fissato più che altro dei paletti: vuole che il deficit pubblico non superi il 2% del pil e che gli impegni presi con l’Europa vengano rispettati. 

Dunque, se si vuole creare un sussidio universale contro la povertà come il Reddito di Cittadinanza, bisogna andare a pescare i soldi cancellando altre voci di spesa già stanziate. Fare più deficit come desidera il leader dei 5stelle, Luigi di Maio, non si può. O meglio: il ministro dell’Economia non lo vuole fare. Ecco allora che, secondo l’M5s, i tecnici del ministero devono passare al setaccio tutto il bilancio pubblico e inventarsi qualcosa: tagliare un po’ qui e un po’ là e destinare al Reddito di Cittadinanza quello che riescono a racimolare. "Che vuoi che siano 10 miliardi di euro?", ha detto in sostanza Casalino. Se non ci riescono è perché non vogliono. Allora è bene che vadano a casa, perché sono una zavorra per il governo del cambiamento. 

Scelte politiche

In realtà, la situazione è un po’ più complessa di quanto non dica Casalino. Se si vuole fare nuove spesa senza deficit tagliando altri costi, bisogna inevitabilmente fare delle scelte politiche, che comportano un prezzo. Per trovare 10 miliardi di risorse, per esempio, basterebbe eliminare dal 2019 il bonus irpef, cioè l’aumento in busta paga di 80 euro al mese concesso nel 2014 dal governo Renzi a 10 milioni di lavoratori dipendenti (e a suo tempo molto contestato dall’M5S).  

Qui i tecnici non c'entrano niente e non occorre e essere professori di scienza delle finanze o avere la perizia di un dirigete del ministero per trovare un po’ di soldi. Il guaio è che eliminare  il bonus irpef vuol dire  scontentare ben 10 milioni di persone, che sono potenziali elettori anche per la maggioranza giallo-verde che sostiene l’esecutivo. Per questo oggi il Movimento 5 Stelle chiede ai tecnici di scervellarsi un po’ e cercare altrove 10 miliardi di euro. Da qualche parte, prima o poi, devono uscire fuori. 


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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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