«Il Ticino è una nuova frontiera per lo sviluppo»
Il cantone italofono continua la sua ascesa nel settore hi-tech, per fare il punto della situazione Panorama ha intervistato Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell'economia cantonale.
Dal 2012 Stefano Rizzi è il giovane direttore della Divisione dell’Economia del Canton Ticino. Le attività della sua Divisione toccano tutti i settori economici: ha seguito da vicino anche la crescita della start-up e il loro contributo alla trasformazione produttiva del territorio. Da piccolo cantone a vocazione terziaria e turistica, il Ticino si allena oggi a competere in innovazione con la “greater” Zurigo: “Ma senza gli italiani, si chiude mezzo Ticino domani”. Panorama lo incontra a Lugano, nell’Istituto Dalle Molle (Idsia). Un Campus rinomato a livello internazionale per gli studi pioneristici sull’Ai e per il suo laboratorio di Robotica.
Com'è cambiato lo scenario imprenditoriale del Ticino negli ultimi 20 anni rispetto al contesto generale della Svizzera?
Negli ultimi due decenni, il Ticino ha vissuto cambiamenti significativi a livello economico, sociale e infrastrutturale. Il Cantone ha avuto una forte evoluzione in ambito dell’innovazione e ricerca. In Ticino siamo stati in grado di creare negli anni un ecosistema unico, densamente interconnesso e favorevole in particolare allo sviluppo di attività innovative. Questo è stato possibile grazie a un lavoro costante sulle condizioni quadro e investendo sull’innovazione e sulla messa in rete tra le competenze accademiche e le realtà economiche presenti sul nostro territorio. Noi favoriamo questo dialogo, poi è il mercato a decidere. Ci sono dei settori, dei cluster, su cui c’è più attenzione per via delle nostre competenze scientifiche piuttosto che del know-how delle imprese.
Quali sono i principali fattori di questo cambiamento, che stanno avvicinando sempre più il Ticino al baricentro dell’hi-tech svizzero, cioè Zurigo? Visto che il cantone fa già parte della Greater Zurich Area?
Intanto nel Cantone abbiamo due giovani università che si sono ritagliate una posizione riconosciuta nella ricerca di base e applicata. Questo ha reso il nostro territorio interessante anche per le startup grazie anche alla presenza di centri rinomati in tutto il mondo come l’Istituto di ricerca in biomedicina, l’Istituto Dalle Molle di Studi sull'Intelligenza Artificiale di Lugano o ancora il Centro svizzero di calcolo scientifico, accanto ad aziende innovative e all’avanguardia. Abbiamo la Scuola universitaria professionale che, con il suo dipartimento di Tecnologie innovative, fa delle cose spaziali, anche nel senso letterale del termine. L’obiettivo è fare in modo che il nostro territorio continui ad essere attrattivo e mettiamo a disposizione anche una nuova iniziativa: lo Switzerland Innovation Park.
Qual è l’ambizione di questo nuovo Parco dell’Innovazione ticinese?
Il Parco vuole essere un acceleratore dei processi innovativi e un attrattore di aziende attraverso i molteplici vantaggi della regione. Vogliamo mettere a disposizione degli spazi fisici dotati di laboratori con l’obiettivo finale di attrarre attività di ricerca e sviluppo di aziende internazionali, che vengono in Svizzera perché trovano le competenze, le migliori condizioni quadro e degli spazi attrezzati dove iniziare a fare attività in comune. Inoltre abbiamo un progetto di sviluppo ulteriore di tutto questo, sul sedime occupato dalle Officine delle attuali Ferrovie federali svizzere di Bellinzona, in un’area di 120mila metri quadrati. Stiamo lavorando alla realizzazione di un Quartiere dell’Innovazione dove inseriremo lo Swiss Innovation Park ticinese. Questo è un progetto ambizioso e a lungo termine, ci vorranno una decina di anni per completarlo.
In quali campi dell’innovazione si specializzerà il Ticino rispetto agli atri cantoni?
Grazie alla collaborazione con gli istituti di ricerca si stanno esplorando nuove tecnologie in diversi ambiti: intelligenza artificiale, sviluppo di materiali e componenti, sviluppo di sistemi avanzati di controllo e rilevamento in tempo reale, interazione uomo-robot, machine learning. In particolare, stiamo attirando attività di sviluppo sui droni nell’aerodromo di Lodrino (Swiss Drone Base Camp), dove si possono fare dei test interessanti perché abbiamo uno spazio aereo libero, prevalentemente ad uso civile. Si tratta di un’unicità nel contesto europeo, in quanto numerosi aeroporti sono molto trafficati e non permettono ai droni di volare. A Bellinzona si sta realizzando anche un Centro di competenze nelle scienze della vita, con l’obiettivo di creare un distretto di eccellenza internazionale nel campo della biofabbricazione.. Una tecnologia emergente che utilizza metodi di ingegneria tissutale per creare strutture e tessuti viventi artificiali umani. È un campo in rapida evoluzione che combina biologia, ingegneria e tecnologie avanzate per creare soluzioni innovative per la medicina rigenerativa e la cura delle malattie. Infine, a Lugano si è ormai consolidato il Centro di competenza nel Lifestyle tech, che si concentra sulle nuove tecnologie applicate alla moda, all’alimentare, al design, alla cosmetica e ad altri ambiti legati al benessere.
Che vantaggi offrite alle imprese e agli investitori, data la forte competizione, anche fiscale, tra i vari distretti della Confederazione?
Lo scorso dicembre il Gran Consiglio ha approvato il credito quadro di 60 milioni di franchi a sostegno dell’innovazione e della politica economica regionale che permetterà di rinnovare questo impegno con uno sguardo rivolto al futuro. In particolare, riguardo agli investimenti sull’innovazione siamo regolarmente ai primi posti, nel senso che abbiamo sfruttato tutti i margini possibili per favorire la creazione di proprietà intellettuale, sfruttando le varie possibilità legate ai patent-box, alle super deduzioni., etc. Tra le misure più importanti varate ci sono la Legge per l’innovazione economica, una serie di incentivi dedicati alle startup innovative e la nostra agenzia per l’innovazione, la Fondazione Agire, che supporta l'innovazione e lo sviluppo tecnologico sostenendo le pmi e le startup innovative. In questi anni sono stati fatti una serie di aggiornamenti fiscali per cercare di essere più competitivi. In Svizzera abbiamo un sistema federalista e anche la fiscalità è uno degli elementi tra cui c’è competizione tra i cantoni. Questa è una competizione che è in corso e noi ci giochiamo le nostre carte. Riguardo agli investimenti sull’innovazione, siamo regolarmente ai primi posti.
Il Ticino sconta però un non invidiabile primato: la media nazionale più bassa in fatto di buste paga
Il Ticino ha 350mila abitanti e i posti di lavoro, nel secondo trimestre del 2024, sono oltre 252mila a tempo pieno, con un aumento di 35mila posti di lavoro negli ultimi dieci anni. Un segnale di un’economia estremamente dinamica con la possibilità di far capo a una manodopera transfrontaliera, che è parte integrante dell’economia cantonale. I frontalieri continuano a mantenere una differenza salariale con il resto della popolazione residente. Se si va a scomporre la differenza salariale tra la componente dei residenti e quella dei frontalieri, si vede che è soprattutto quest’ultima componente ad abbassare la mediana complessiva dei redditi. Se andiamo invece a focalizzare sui lavoratori residenti, la differenza è molto più ridotta e si attesta attorno al 10%. Ma senza gli italiani, domani si chiude mezzo Ticino…