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(Ansa)
Economia

Il «Ticket d'ingresso», ultima arma contro il troppo-turismo (che non funzionerà)

Venezia e Capri pronte ad introdurre la nuova norma nella speranza di frenare l'assalto a vie e strade

Troppi turisti. E così arriva il ticket di ingresso a Venezia, la tassa di sbarco a Capri, maxi-Ztl a Firenze e le imposte di soggiorno aumentano un po’ ovunque. Quindi non vogliamo i turisti nelle città del Bel Paese, ma poi quando i numeri scendono (per la crisi, per il maltempo o altro) è subito allarme? Cosa vuol dire “troppi turisti”? Chi sono i “troppi”? A guardare i dati il turismo in Italia sta proprio bene: nel 2023 ha fatto registrare un incremento del 10%, con oltre 445 milioni di presenze e un giro d’affari da 84 miliardi di euro. E i turisti del lusso hanno speso nel nostro Paese 7,7 miliardi di euro. Ma, lamentano soprattutto le città d’arte, “bisogna salvare” dall’assalto turistico eccessivo. E allora vediamo cosa è stato pensato e pianificato finora.

Partiamo dalle imposte di soggiorno. Queste colpiscono i turisti che pernottano in una struttura ricettiva. È un tesoretto per i Comuni italiani, visto che nel 2023 ha superato i 700 milioni di euro (+13,4% sul 2022). L’imposta, abolita nel 1988 per paura di perdere turisti in vista dei Mondiali del ’90, fu ripristinata e ad oggi sono oltre mille i comuni che incassano dai turisti “che dormono” nel territorio. Qualche esempio? Venezia nel 2023 ha incassato 38 milioni di euro, Firenze 71 milioni, Matera 1,8 milioni. Il 36,8% del totale è andato nel 2023 a Comuni dell’Italia centrale. Quindi la cosiddetta tassa di soggiorno non sembra frenare i turisti e porta soldi nelle casse comunali. E nel 2024 sono in arrivo nuovi aumenti. A Padova da luglio i turisti spenderanno da 0,5 a 1,5 euro in più a seconda del livello della struttura ricettiva, con un gettito aggiuntivo per il 2024 di circa 470 mila euro. A Brescia nuovi rincari in arrivo, anche qui a fronte di 2milioni di turisti in più nel 2023 rispetto al 2022. A Roma la scorsa estate c’è stato un aumento (si va dai 3,5 euro per gli ostelli ai 10 euro per gli hotel di lusso) e in vista del Giubileo sono previsti ulteriori incrementi, fino a 2 euro a turista. Le tariffe sono state riviste al rialzo negli ultimi mesi anche a Milano e Napoli.

Ma se c’è chi “combatte” l’overturism aumentando l’imposta di soggiorno e gonfiando contemporaneamente le casse comunali, c’è chi ha deciso di limitare il turismo giornaliero, che non subisce l’impatto della tassa di soggiorno.

A Venezia il 25 aprile debutta il biglietto di ingresso. I turisti mordi e fuggi dovranno pagare 5 euro per passeggiare intorno a Piazza San Marco. Si chiama contributo d'accesso e vale dalle 8.30 alle 16 in 29 date per il 2024. Sono i giorni dove è previsto maggior afflusso di turisti (si parte proprio per il ponte della Festa della Liberazione) e così se si è un visitatore giornaliero con più di 14 anni si dovrà pagare l'obolo. Riguarda solo Venezia centro, non le isole minori e ci sono esenzioni (come persone con disabilità, residenti in Veneto, studenti ecc..). Si paga sul sito del Comune e si riceve un codice Qr da mostrare all’ingresso in città ai controllori. Multe da 50 a 300 euro per i trasgressori. Finita la fase sperimentale, dal 2025 saranno riviste tariffe e numeri di giorni interessati. La stima è che l’operazione “contributo d’accesso” porterà alle casse comunali circa 5 milioni di euro nel 2024.

Sullo stesso filone c’è Capri, dove da inizio aprile e fino al 31 ottobre chi sbarca paga. Tassa aumentata del 50% e che arriva così a 5 euro, sulla scia dei rincari provati la scorsa estate da Ponza e Ventotene. Firenze invece prova con uno scudo: una maxi-zona a traffico limitato. Una Ztl che copre una superficie di 38 chilometri quadrati, sorvegliata da telecamere.


Anche nel resto del mondo esiste la questione overturism. A Gion (quartiere di Kyoto in Giappone) da questo mese è vietato l’ingresso nei piccoli vicoli privati del quartiere. A Lisbona chi sbarca da una nave da crociera paga 2 euro a persona. A Barcellona in questi giorni la tassa di soggiorno è cresciuta del 18%, ad Amsterdam del 12.5% e in Tunisia si è passati da 0,90 euro a 3,5 euro. Nelle Galapagos dal prossimo agosto si scoraggia il turismo di massa con un biglietto di ingresso di 185 euro.

Restano le domande. I turisti “di troppo” e da scoraggiare sono solo quelli giornalieri? Le misure contro l’overturism aiutano le casse comunali, ma funzionano anche davvero come deterrente all’assalto di massa? Il turismo, traino dell’economia del nostro Paese, va verso una ricerca di un solo tipo di visitatore, di lusso?

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Cristina Colli